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L’esame sarà effettuato venerdì e dovrà chiarire le cause del decesso ed eventuali responsabilità dei medici che hanno curato il bimbo al Bufalini di Cesena e al S. Orsola
Riscontrando immediatamente la denuncia sporta dai genitori del piccolo lunedì 21 giugno presso ila stazione dei carabinieri di Cesena, il Pubblico Ministero della Procura di Bologna, dott. Marco Forte, martedì 22 giugno ha aperto un procedimento penale con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, al momento nei confronti di ignoti, per la morte, a non ancora due anni, del piccolo Diego Georgiev, spirato venerdì 18 giugno all’ospedale Sant’Orsola per cause e in circostanze tutte da chiarire.
Diego, che era nato a Cesena, abitava con la famiglia a Gambettola (provincia di Forlì-Cesena) e avrebbe compiuto due anni il 24 luglio, non aveva mai sofferto di particolari patologie. Lunedì 15 giugno ha manifestato una febbricola e da lì in poi le sue condizioni hanno iniziato a peggiorare: febbre alta, tremori, vomito. Nel pomeriggio di mercoledì 17 giugno, dopo averlo condotto al mattino dalla sua pediatra che aveva riscontrato delle placche alla gola prescrivendogli del Nurofen, i genitori hanno deciso di portarlo al pronto soccorso del Bufalini, dove il piccolo è stato subito ricoverato in Pediatria e poi, nella serata di giovedì 18 giugno, trasportato in terapia intensiva di fronte al precipitare della situazione: non rispondeva più ad alcuno stimolo.
I medici hanno ipotizzato che si trattasse di un virus (vari tamponi hanno però escluso il Covid-19), poi hanno parlato di gravi problemi e di mal funzionamento del cuore. Il primario di Pediatria del Bufalini nella notte tra giovedì e venerdì, ha informato i genitori che il bambino era grave e che il mattino seguente, alle 7, sarebbe stato trasferito al Sant’Orsola per ricevere le cure del caso, ma Diego faceva sempre più fatica a respirare, anche con l’ausilio dell’ossigeno. Alla fine, ed è una delle principali riserve espresse dalla famiglia, il bimbo per Bologna è partito solo dopo le 11 del mattino di venerdì 18 giugno e appena giunto all’ospedale felsineo è andato in arresto cardiaco ed è stato rianimato e “ripreso” dai dottori. E’ stato trasportato anche qui in terapia intensiva pediatrica e poi i medici, nell’estremo tentativo di salvarlo, hanno deciso di sottoporlo a un delicato intervento al cuore, ma il piccolo non ha fatto a tempo ad arrivare in sala operatoria. Alle 19.30 circa è spirato.
L’autopsia dovrà dunque chiarire quale sia stata la causa del decesso e se questo possa essere stato determinato o concausato dalla condotta negligente, imprudente e imperita del personale sanitario, sia quanto alla diagnosi sia quanto alla terapia applicata. Una volta arrivato il nulla osta, dopo l’accertamento non ripetibile, i genitori potranno finalmente fissare la data dell’ultimo saluto al loro unico figlio.
Caso seguito da:
Dott.ssa Sara Donati
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