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La terribile esperienza di una 34enne di Cerea vittima di un assurdo e grave infortunio sul lavoro l’11 di luglio: gli animali sono della titolare della ditta. Presentato un esposto
Aggredita e azzannata nel posto di lavoro da due cani di grossa taglia che le procurano vaste e profonde ferite alla coscia e al fianco, si parla in tutto di 25 punti di sutura, e, non bastasse, dopo essere stata curata al pronto soccorso, fa pure infezione e deve ricoverarsi, restare in ospedale altri 18 giorni e subire un intervento chirurgico di “pulizia”: sta continuando le medicazioni e, oltre al dolore fisico, è ancora sotto shock.
E’ un fatto di inaudita gravità quello di cui è rimasta vittima l’11 luglio 2022 una trentaquattrenne di Cerea (Vr). La donna, attraverso una nota società di somministrazione lavoro, Umana, presso la quale è formalmente assunta con un contratto a termine, opera per conto dell’impresa di pulizie “La Brillante” di Legnago. Quel giorno, alle 12.30, si trova appunto negli uffici della ditta, in via Malon, per segnare le ore di lavoro effettuate e riporre il materiale utilizzato durante le pulizie svolte in mattinata. La dipendente apre la porta antistante la lavanderia quando all’improvviso si trova davanti due cani lasciati liberi nel cortile posto tra gli uffici e la lavanderia: animali di proprietà della stessa titolare della società e sua datrice di lavoro di fatto, un pastore tedesco e un altro quattro zampe dalla mole imponente.
L’addetta è impaurita, rimane immobile sperando di passare “inosservata”, ma i due animali “attaccano”, facendola cadere a terra e mordendola e affondando i denti sulla sua gamba destra: la trentaquattrenne grida per chiamare aiuto e viene soccorsa da due colleghe che si trovano in lavanderia e che hanno il loro daffare per strapparla dalle fauci dei due animali e portarla al sicuro. E che chiamano subito il 118 perché le ferite sono importanti. Poco dopo arriva anche la titolare e padrona dei cani, la quale rimprovera pure la sua dipendente dicendole che non avrebbe dovuto passare per quel cortile, cosa che peraltro aveva già fatto in precedenza, con le sue colleghe, senza riscontrare alcuna presenza dei due animali.
La malcapitata viene condotta in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale di Legnago dove le riscontrano due vaste ferite da morso di cane, la più preoccupante sulla coscia destra, “da strappo”, profonda ed estesa per 15 cm, dove vengono apposti una ventina di punti, più una, più piccola, lunga 5 cm, al fianco destro, suturata con quattro punti, e altri ematomi sul fianco e la natica destra e un trauma al capo conseguenze della caduta a terra. La medicano, le danno 15 giorni di prognosi, viene aperta la pratica di infortunio sul lavoro e la dimettono, prescrivendole una terapia antibiotica e antidolorifica e medicazioni da effettuare giornalmente con farmaci per la disinfezione, e fissandole già un appuntamento per il 13 luglio per un controllo.
Non bastassero i dolori, le limitazioni ai movimenti dell’arto inferiore interessato, la persistente cefalea e la cervicalgia e uno stato di profondo stress emotivo collegato alla terribile esperienza vissuta e alle preoccupazioni per le sue condizioni di salute, qualche giorno dopo, il 19 luglio, la paziente è costretta a rivolgersi all’ospedale “Sacro Cuore” di Negrar perché le ferite sono infette e si è formato parecchio pus. Qui la sottopongono ad accertamenti e alla Tac, che evidenziano una seria “infezione sostenuta da Enterococco” e la presenza di “corpi estranei” nella ferita, e trovano la paziente “molto sofferente”. Inizia un lungo percorso di cura fatto di terapia antibiotica, lavaggio e medicazioni delle ferite fino ad arrivare, il 2 agosto, a un intervento chirurgico di pulizia, sotto anestesia, effettuato presso il reparto di chirurgia plastica per rimuovere i corpi estranei riscontrati. La donna viene anche seguita da uno psicologo della struttura perché è rimasta ed è tuttora traumatizzata dall’accaduto, lamentando attacchi d’ansia e di panico, insonnia, continui episodi di flash back in cui rivive in modo vivido l’aggressione subita: le diagnosticano un disturbo acuto da stress.
Nei casi di morso di animali spesso a preoccupare di più, quanto ai postumi residui, sono le cicatrici, ma qui il cosiddetto danno estetico, pur rilevante, è del tutto secondario al danno fisico e morale patito, alle cicatrici interiori. Appena dimessa, il 5 agosto, l’addetta alle pulizie, attraverso il consulente legale Alessio Rossato, ha quindi chiesto aiuto e si è affidata, per essere assistita e ottenere giustizia, a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha acquisito immediatamente e vagliato con i suoi esperti tutta la documentazione relativa al rapporto di lavoro e all’infortunio, chiedendo anche di poter acquisire copia del verbale di intervento degli ispettori dello Spisal, nonché le cartelle cliniche per verificare se le cure prestate, con particolare riferimento a quelle ricevute presso l’ospedale di Legnago, siano state adeguate e rispettose dei protocolli. E, soprattutto, il 10 agosto è stata presentata formale denuncia querela presso la stazione dei carabinieri di Cerea nei confronti della titolare della ditta di pulizie per lesioni personali colpose chiedendo all’autorità giudiziaria di accertare i fatti e di perseguire i responsabili, perché un episodio del genere non può restare impunito e passare sotto silenzio.
Caso seguito da:
Alessio Rossato
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