Anche la moglie ha diritto ad essere risarcita se, a seguito di un’ipotesi di responsabilità medica, il marito ha subito danni che ledono la sua sfera sessuale.
Della delicata questione si è di recente occupata la Corte di Cassazione nella sentenza numero 26728/2018 del 23 ottobre, in cui si è peraltro precisato che il risarcimento spetta anche se la situazione che ha peggiorato la salute dell’uomo, tanto da comprometterne la sessualità, non è stata determinata dalla cattiva esecuzione di un intervento chirurgico ma dalla violazione della regola del consenso informato.
Nello specifico era accaduto che il marito della donna si era sottoposto a un intervento chirurgico a seguito del quale gli era derivata una definitiva impotentia coeundi. L’operazione, in realtà, era stata eseguita senza alcuna colpa o responsabilità da parte dell’equipe medica che se ne era occupata. Tuttavia, il paziente non era stato adeguatamente informato circa le conseguenze che sarebbero potute derivare (come in effetti poi è successo) dall’intervento al quale l’uomo aveva acconsentito di sottoporsi.
Per la Corte di Cassazione, si tratta di una condotta omissiva che può comportare delle conseguenze immediate e riflesse nella relazione di coppia e che, pertanto, può determinare un pregiudizio indiretto sul coniuge del paziente, “egualmente privato di un aspetto importante e caratterizzante del rapporto di coppia, collegato ai diritti e obblighi sanciti nell’art. 142, comma 2, cod. civ.”.
Anche il coniuge ha pertanto diritto al risarcimento del danno subito nella sfera sessuale e relazionale della sua vita di coppia.
Scritto da:
Dott. Nicola De Rossi
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