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Ardian e Anjeza Hyseni, tornati a Durazzo, accolgono con favore la decisione del Pm di affidare una perizia sull’incidente che ha distrutto la loro famiglia
Sanno bene che nulla potrà mai riportare indietro la loro famiglia, ma vogliono almeno capire, sapere cosa sia esattamente successo quella maledetta sera. Ardian Hyseni, 46 anni, e la moglie Anjeza, 42, in un secondo hanno perduto quasi tutto: tre dei loro quattro figli, la maggiore, Shane, 22 anni, Resat, 11, e Rejana, 9, e il nipotino Mattias, figlio di Shane, di appena un anno e quattro mesi. Tutti deceduti nel tremendo schianto contro un casolare (per fortuna disabitato) dell’auto su cui viaggiavano come incolpevoli passeggeri, una Fiat Stilo, condotta dal compagno di Shane e padre di Mattias, Orjol Lame, 32 anni, l’unico ad essere sopravvissuto, ancora ricoverato in gravi condizioni e in coma farmacologico all’ospedale Santa Maria Nuova ma in lieve miglioramento: quello accaduto nella serata di domenica 30 ottobre sulla via Emilia a villa Gaida di Reggio Emilia è uno dei più terribili incidenti stradali mai successi nel Reggiano e in generale nell’intero Paese.
I coniugi albanesi da alcuni mesi erano tornati in Italia – dove Ardian Hyseni da giovane aveva vissuto per tanti anni a Policoro, in provincia di Matera e vicino Bari – e avevano trovato casa a Casaltone di Parma per aiutare e stare vicini alla figlia ventiduenne che con il compagno e il figlioletto piccolo avevano appena creato una loro famiglia, abitavano nella frazione di Reggio Emilia di Cadè, e volevano stabilirsi definitivamente in Italia per avere un futuro migliore: ora sono rientrati nella loro città d’origine, Durazzo, distrutti. E’ rimasto loro solo un figlio, Danilo, di 18 anni, il loro orgoglio: il giovane studia in un’accademia di cucina per diventare chef a Lione, in Francia, dove la famiglia Hyseni, prima, aveva risieduto a lungo.
Umanamente sperano ovviamente che il genero si salvi, ma il risentimento che provano nei suoi confronti è immenso, perché la sua rovinosa fuoriuscita di strada è stata frutto di una condotta irresponsabile e al limite del “criminale”, per la folle velocità tenuta, per di più con tre minori innocenti a bordo tra cui suo figlio, e per le condizioni psicofisiche con le quali si è messo al volante, positivo a tutto, sia all’alcol che alla droga.
I genitori di Shane, Resat e Rejana, una bambina che peraltro era una promessa del calcio femminile, (nonché nonni di Mattias), il fratello Danilo e i nonni Kafaze, Gezim e Shyqyrane si aspettano una condanna esemplare, sperano che il Pubblico Ministero della Procura di Reggio Emilia titolare del fascicolo per il reato di omicidio stradale plurimo e con tutte le aggravanti del caso, il dott. Marco Marano, faccia piena luce su tutti i fatti e gli elementi di questa strage e hanno quindi accolto con estremo favore la notizia che avrebbe affidato ad un perito una consulenza tecnica cinematica sul sinistro per chiarirne esattamente la dinamica, le cause e tutte quante le responsabilità del conducente.
Anche per questo tutti i familiari delle vittime, attraverso l’Area Manager Puglia Sabino De Benedictis, e la consulente legale per l’Emilia Romagna dott.ssa Sara Donati, per essere assistiti si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali in ogni tipologia di sinistro e nella tutela dei diritti dei cittadini, con la collaborazione degli avvocati Nicola Termanini, del foro di Modena, e Fabio Ferrara, del Foro di Bari. Studio3A, che si avvale anche del supporto della mediatrice culturale Valbona Tola, ha già a sua volta incaricato l’ingegnere cinematico Mattia Strangi di realizzare per conto dei propri assistiti una perizia tecnica per la ricostruzione dell’incidente.
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Caso seguito da:
Sabino De Benedictis
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Categoria:
Incidenti da Circolazione StradaleCondividi
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