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La sentenza è stata emessa oggi in tribunale a Civitavecchia; la tragedia è accaduta il 10 marzo del 2022: l’anziana è stata falciata mentre attraversava a piedi la strada
E’ stato condannato a otto mesi di reclusione, con la sospensione condizionale, per il reato di omicidio stradale A. G., 73 anni, di Blera, in provincia di Viterbo, l’automobilista che il 10 marzo 2022 a Manziana (Roma) ha investito e ucciso l’ottantottenne Lina Cappelletti mentre attraversava a piedi la strada. La sentenza è stata pronunciata all’esito dell’udienza tenutasi quest’oggi, giovedì 27 aprile 2023, in tribunale a Civitavecchia, dal giudice dott.ssa Paola Petti: l’imputato per il processo ha scelto il rito abbreviato usufruendo dei relativi benefici previsti sulla quantificazione finale della pena.
La signora Cappelletti, nonostante l’età avanzata, godeva ancora di ottima salute ed era in gran forma, totalmente autosufficiente; anzi, cuoca e grande appassionata di cucina, cucinava lei per tutti in famiglia, curava il proprio giardino meglio di un orto botanico e amava andare in campagna per raccogliere erbe selvatiche da utilizzare per i suoi piatti genuini. E, tra le sue varie attività, ogni giorno si recava in cimitero per rendere visita alla figlia prematuramente scomparsa e per tenere in ordine la sua tomba. Ironia del destino, quel maledetto giovedì mattina l’anziana era diretta proprio qui, proveniva da piazzale dell’Università Agraria e, per raggiungere il camposanto, ha attraversato la strada di fronte, via dei Platani, in corrispondenza delle strisce pedonali e all’altezza del civico 17, quando il Mitsubishi Pajero condotto dal settantatreenne, che sopraggiungeva in direzione Roma, l’ha inopinatamente e incomprensibilmente travolta: sull’asfalto nessun segno di frenata.
L’ottantottenne è stata trasportata d’urgenza in ambulanza dai sanitari del 118 in condizioni critiche all’ospedale di Bracciano ma, nonostante tutti i tentativi dei medici di salvarla, è deceduta poche ore dopo a causa dei troppo gravi politraumi fratturativi ed emorragici riportati, in particolare al capo e nella regione pelvico addominale, nel tremendo impatto con il cofano e il paraurti del Suv prima, e nella rovinosa caduta a terra poi, come confermato dall’autopsia disposta dall’autorità giudiziaria.
L’automobilista è stato infatti subito iscritto nel registro degli indagati nel procedimento penale per omicidio stradale aperto dalla Procura di Civitavecchia: i familiari della vittima, per essere assistiti, tramite il consulente Matteo Cesarini, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, con la collaborazione dell’avv. Lorenzo Marcovecchio del foro di Isernia. E al termine delle indagini preliminari il Pubblico Ministero titolare del fascicolo, la dott.ssa Martina Frattin, sulla base dei rilievi effettuati dalla polizia locale di Manziana e del loro rapporto, delle testimonianze acquisite e della consulenza cinematica, ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per A. G. ritenendolo l’esclusivo responsabile della tragedia e imputandogli il fatale investimento dell’anziana, “che attraversava la carreggiata in prossimità delle strisce pedonali da destra verso sinistra rispetto alla direttrice di marcia dell’autovettura”, come recita la richiesta, per “colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia e nella violazione della disciplina della circolazione stradale“: in particolare gli articoli 140 e 141 commi 1, 2 e 3, 4 del Codice della Strada, “che prescrivono, nel loro combinato disposto, di regolare la velocità di marcia e mantenere il controllo del veicolo in modo da consentire ai pedoni che abbiano già cominciato l’attraversamento della carreggiata di raggiungere in sicurezza il lato opposto della stessa”, sempre per citare l’atto del Sostituto Procuratore. Si è così arrivati al processo e alla sentenza odierna.
I familiari di Lina Cappelletti, che ha lasciato un figlio, quattro amatissimi nipoti e due sorelle, attraverso Studio3A sono già stati da tempo integralmente risarciti dalla compagnia di assicurazione della vettura, ma si aspettavano anche una risposta dalla giustizia penale. Che ora è arrivata.
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Matteo Cesarini
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