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La sentenza in tribunale a Padova: l’imputato ha patteggiato la pena. Gli è stata anche sospesa la patente per un anno. L’incidente è successo il 22 marzo 2021, a Levada
Oggi, venerdì 22 aprile 2022, in Tribunale a Padova, avanti il giudice dott.ssa Domenica Gambardella, a conclusione dell’udienza preliminare, ha patteggiato un anno di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, C. U., 51 anni, di Cordignano (Tv), il camionista a cui il Pubblico Ministero titolare del relativo procedimento penale, dott.ssa Luisa Rossi, ha ascritto l’esclusiva responsabilità del fatale tamponamento costato la vita ad Angelo Aroma, 87 anni, di Morgano, nel Trevigiano, e avvenuto il 22 marzo 2021, alle 11.30, a Levada di Piombino Dese, nel Padovano. All’imputato, ora anche condannato per omicidio stradale, è stata inoltre inflitta la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida per un anno. Nel processo si è costituito parte civile il figlio della vittima con l’avv. Andrea Piccoli del Foro di Treviso, che ha assistito tutti i familiari con la collaborazione, per la procedura risarcitoria, di Studio3A-Valore S.p.A, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, a cui la famiglia dell’anziano si è affidata attraverso il responsabile della sede di Treviso Diego Tiso.
L’incolpevole ottantasettenne si trovava sul sedile del passeggero anteriore della Jaguar condotta dal figlio 53enne, a bordo della quale, sul sedile posteriore, era trasportata anche la moglie della vittima. Il conducente, che procedeva con direzione Levada-Torreselle con i due genitori, giunto all’altezza del civico 67, progressiva chilometrica 3+500 della Sp 50, si è apprestato a svoltare a sinistra ed è allora che è sopraggiunto da tergo l’autoarticolato Volvo FH500 condotto dall’imputato, un’autocisterna carica di migliaia di litri di latte, che ha tamponato con violenza la vettura, “per imprudenza, negligenza e inosservanza delle norme che disciplinano la circolazione stradale” per citare la richiesta di rinvio a giudizio formulata, al termine delle indagini preliminari dalla dott.ssa Rossi, che aveva immediatamente iscritto nel registro degli indagati l’autotrasportatore. Al “padroncino” il Sostituto procuratore ha contestato in particolare di non aver mantenuto “adeguata distanza di sicurezza” e di non essersi avveduto in tempo utile “dell’autovettura che lo precedeva, che era ferma in prossimità della linea di mezzeria per svoltare a sinistra, con l’indicatore di svolta regolarmente azionato” prosegue l’atto del magistrato: nessuna violazione è stata riscontrata in capo all’automobilista dall’inchiesta e dal rapporto della Polizia locale della Federazione dei Comuni del Camposampierese, intervenuta per i rilievi; del resto, il camionista si era assunto fin da subito la responsabilità riferendo agli agenti di essere stato abbagliato dal sole, giustificazione che ovviamente non gli ha risparmiato l’accusa di omicidio stradale.
In seguito al potente urto posteriore da parte del mezzo pesante, tutti e tre gli occupanti della macchina (l’autotrasportatore è uscito illeso) sono rimasti feriti e sono stati condotti dalle ambulanze del Suem all’ospedale di Camposampiero, ma se il conducente se l’è cavata con la frattura della scapola e la madre con contusioni dorsali, e i due si sono salvati, Angelo Aroma, pur indossando correttamente la cintura di sicurezza, ha riportato politraumi gravi e importanti, in particolare fratture costali e vertebrali multiple, le sue condizioni sono progressivamente peggiorate e i medici non sono riusciti a salvarlo: l’ottantasettenne, imprenditore agricolo in pensione, è spirato dopo una settimana di agonia, il 29 marzo, lasciando in un dolore immenso la moglie, il figlio e un’altra figlia, oltre a due fratelli.
Nessun dubbio sul fatto che il decesso sia stato dovuto unicamente alle conseguenze del sinistro, come comprovato dal medico legale dott. Rafi El Mazloum, a cui il Pm ha affidato la perizia autoptica: alle operazioni peritali ha partecipato anche il dott. Giovanni Bonan, quale medico legale di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A.
La condanna del camionista rende almeno un po’ di giustizia al signor Angelo e ai suoi familiari e si confida possa finalmente convincere ad una piena assunzione di responsabilità anche la compagnia di assicurazione, peraltro quella del veicolo stesso dove viaggiava la vittima, Axa, che, pur a fronte di una dinamica già da prima inequivocabile e di un terzo trasportato, sta inspiegabilmente frapponendo ogni ostacolo per non risarcire in modo integrale gli aventi diritto, al punto che Studio3A ha dovuto proporre anche un reclamo all’Ivass, l’Istituto di vigilanza del settore assicurativo.
Caso seguito da:
Diego Tiso
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Categoria:
Incidenti da Circolazione StradaleCondividi
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