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Il giudice di Forlì ha inflitto la pena di 8 mesi e la sospensione della patente per 6 mesi riconoscendo all’imputato l’esclusiva responsabilità dell’incidente fatale al 74enne
Nulla e nessuno potranno mai riportare indietro il loro caro, ma ora hanno almeno ottenuto un po’ di giustizia. Venerdì 18 aprile in tribunale a Forlì, all’esito dell’udienza finale del processo per la tragica morte di Gino Bolognesi (in foto), il giudice dott.ssa Elisabetta Giorgi ha inflitto la pena di otto mesi di reclusione, con la sospensione condizionale, a Lorenzo Gori, trent’anni, di Savignano sul Rubicone (Forlì-Cesena), accusato e ora anche condannato per il pesante reato di omicidio stradale per aver causato l’incidente stradale (in foto) costato la vita al compianto settantaquattrenne, pure lui di Savignano, dove peraltro si è anche verificato il terribile sinistro, la sera del 21 novembre 2023. All’imputato, che ha potuto beneficiare degli sconti di pena previsti dal rito abbreviato scelto, è stata anche comminata a sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida per sei mesi. Il Gup ha inoltre stabilito a titolo di risarcimento una provvisionale immediatamente esecutiva per la moglie e per la figlia della vittima, che ci sono costituite parte civile, con remissione al giudice civile per l’esatta quantificazione del danno: tutti i familiari di Bolognesi, che ha lasciato anche due amatissimi nipoti, due fratelli e una sorella, sono assistiti da Studio3A-Valore S.p.A., in collaborazione con l’avv. Dario Eugeni.
Quella “maledetta” serata l’anziano, ora in pensione dopo aver lavorato per tanti anni come rappresentante nel settore della telefonia, conosciutissimo e ben voluto da tutti nel suo paese, alle 20.45 stava rincasando in bicicletta e percorreva via della Pace in direzione Monte-Mare, cioè verso il centro cittadino, correttamente ai margini della strada, quando, all’altezza del civico 35, è stato inopinatamente tamponato dalla Citroen C3 condotta dall’imputato, che procedeva nella stessa direzione, con conseguenze drammatiche. Non bastasse il dolore per la gravissima perdita, all’inizio i familiari non riuscivano anche a capacitarsi della dinamica del sinistro di cui non vi erano testimoni e che è stato rilevato dai carabinieri di Roncofreddo, in quanto l’investitore aveva anche e ripetutamente asserito che il ciclista avrebbe proceduto contromano, eventualità che però è stata poi totalmente smentita dall’esito dell’inchiesta, aperta dalla Procura forlivese inizialmente per il tramite del Pubblico Ministero dott.ssa Sara Posa. In particolare, dalla consulenza tecnica cinematica disposta ad hoc dal magistrato inquirente per accertare dinamica e cause dell’investimento e affidata al geom. Michele Tassinari, che ha concluso la sua perizia ponendo in capo all’automobilista, iscritto fin da subito nel registro degli indagati per il reato di omicidio stradale, la responsabilità esclusiva dell’incidente e, a parziale consolazione per i suoi cari, non riscontrando colpa e violazione alcuna nella condotta di Bolognesi: alle operazioni peritali ha partecipato e fornito il suo prezioso contributo, quale consulente tecnico per la parte offesa, anche l’ing. Mattia Strangi messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui si sono rivolti per essere assistiti, fare piena luce sui fatti e ottenere giustizia i congiunti del pensionato, attraverso l’Area manager per l’Emilia Romagna e responsabile della sede di Bologna dott.ssa Sara Donati.
Al termine delle indagini preliminari, dunque, il Sostituto Procuratore che ha poi preso in consegna il fascicolo, il dott. Antonio Vincenzo Bortolozzi, ha chiesto e quindi ottenuto il rinvio a giudizio per il conducente della Citroen imputandogli “colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia nonché nell’inosservanza delle norme sulla circolazione stradale, in particolare dell’articolo 141 comma 2 del Codice della Strada”, per citare l’atto del Sostituto Procuratore, “non essendosi avveduto della presenza, nel suo stesso senso di marcia e sul margine destro della carreggiata, del ciclista Gino Bolognesi, tamponandolo con il paraurti spigolare destro e determinandone il caricamento sul cofano e la successiva caduta sulla carreggiata”: com’è tristemente noto, Bolognesi ha riportato politraumi gravissimi e uno shock emorragico fatale e, trasportato in condizioni disperate all’ospedale Bufalini di Cesena, sarebbe spirato l’indomani, 22 novembre 2023, dopo un giorno di agonia.
E venerdì 18 aprile, al termine del processo, l’attesa sentenza di condanna per la morte di Bolognesi che rende quanto meno un po’ di giustizia ai suoi cari, nella speranza che questo punto fermo in sede penale e la provvisionale stabilita dal giudice possano finalmente determinare anche una congrua chiusura della questione risarcitoria evitando alle parti offese di dover intraprendere ulteriori azioni civili, dato che la compagnia di assicurazione della vettura, HDI, nonostante le schiaccianti responsabilità del proprio assicurato e tutte le richieste di Studio3A per i propri assistiti, ha sin qui erogato solo somme del tutto inadeguate a titolo di risarcimento.
Caso seguito da:

Dott.ssa Sara Donati
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