I numeri, quanto meno, sono in diminuzione rispetto allo scorso anno, ma le cifre rimangono quelle di un bollettino di guerra. L’Inail il 30 novembre 2023 ha pubblicato il report sul fenomeno infortunistico aggiornato ai primi dieci mesi 2023 dal quale risulta che le denunce di infortunio presentate all’istituto da gennaio a ottobre 2023 sono state 489.526, in calo rispetto alle 595.569 dei primi 10 mesi del 2022, pari in percentuale al -17,8% – decremento dovuto tuttavia quasi esclusivamente al notevole minor peso dei casi di contagio da Covid-19 -, ma in aumento rispetto alle 448.110 del 2021 (+9,2%) e alle 421.497 del 2020 (+16,1%), e ancora in diminuzione rispetto alle 534.314 del 2019 (-8,4%).
Indice
Nei primi dieci mesi del 2023, 489.526 denunce d’infortunio
A livello nazionale i dati rilevati al 31 ottobre di ciascun anno evidenziano, per i primi 10 mesi del 2023 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 522.147 del 2022 ai 412.001 del 2023 (-21,1%), mentre quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un aumento del 5,6%, da 73.422 a 77.525.
La dinamica per settore, aree territoriali, sesso, nazionalità ed età
A ottobre di quest’anno il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un -21,4% nella gestione Industria e servizi (dai 498.013 casi del 2022 ai 391.293 del 2023), un +0,4% in Agricoltura (da 22.048 a 22.141) e un +0,8% nel Conto Stato (da 75.508 a 76.092). Si osservano decrementi degli infortuni in occasione di lavoro in molti settori produttivi, in particolare l’Amministrazione pubblica, che comprende l’attività degli organismi preposti alla sanità – Asl – e gli amministratori regionali, provinciali e comunali (-56,4%), la Sanità e assistenza sociale (-55,0%) e il Trasporto e magazzinaggio (-41,6%).
In controtendenza alcuni settori del comparto manifatturiero, come quelli delle bevande (+25,1%), della fabbricazione di autoveicoli (+25,1%), dell’abbigliamento (+9,6%) e della riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature (+7,9%), ma anche nelle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+5,1%) e nelle costruzioni (+4,3%).
L’analisi territoriale evidenzia una diminuzione delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente al Sud (-22,9%) e nelle Isole (-21,7%), seguite da Nord-Ovest (-21,3%), Centro (-17,6%) e Nord-Est (-11,0%). Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano la Campania, la Liguria, il Molise e il Lazio.
Il calo che emerge dal confronto del periodo gennaio-ottobre 2022 e 2023 è legato sia alla componente femminile, che registra un -30,1% (da 246.162 a 171.992 casi denunciati), sia a quella maschile, che presenta un -9,1% (da 349.407 a 317.534). Il decremento ha interessato sia i lavoratori italiani (-20,9%) sia quelli comunitari (-14,3%) ed extracomunitari (-0,2%). L’analisi per classi di età rileva diminuzioni in tutte le fasce, a eccezione di quella degli under 20 che registra un +11,3% dovuto principalmente all’aumento infortunistico degli studenti, un elemento, questo, che continua a ricorrere in modo sempre più allarmante.
I casi mortali sono stati 868
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nei primi 10 mesi del 2023 sono state 868, sempre una enormità, anche se 41 in meno rispetto alle 909 registrate nel periodo gennaio-ottobre 2022, 149 in meno rispetto al 2021, 168 in meno rispetto al 2020 (per questi due ultimi anni in particolare, però, incidono pesantemente i numerosi contagi professionali mortali da Coronavirus). 28 in meno rispetto al 2019.
E peraltro a livello nazionale i dati rilevati al 31 ottobre di ciascun anno evidenziano per i primi 10 mesi del 2023, rispetto al pari periodo del 2022, pur nella provvisorietà dei numeri, un decremento solo dei casi mortali in itinere, scesi da 250 a 196, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro in realtà sono aumentati passando da 659 a 672. Il calo ha riguardato sia l’Industria e servizi (da 772 a 744 decessi) che l’Agricoltura (da 105 a 98) e il Conto Stato (da 32 a 26).
Dall’analisi territoriale emergono cali nel Nord-Ovest (da 248 a 228 casi), nel Nord-Est (da 202 a 196 casi) e al Centro (da 186 a 156) e incrementi al Sud (da 201 a 213) e nelle Isole (da 72 a 75). Le regioni che presentano i maggiori aumenti sono Abruzzo e Friuli Venezia Giulia (+13 ciascuna), Campania (+7), Sicilia ed Emilia Romagna (+5 ciascuna), mentre i cali più consistenti sono quelli rilevati in Toscana (-21), Veneto (-12), Lombardia (-9) e Marche (-8).
La flessione registrata nel confronto tra i primi 10 mesi del 2022 e 2023 è legata solo alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono diminuiti da 103 a 59, mentre quella maschile è passata da 806 a 809. In calo sia le denunce dei lavoratori italiani (da 735 a 707) sia quelle dei comunitari (da 47 a 40) e degli extracomunitari (da 127 a 121). Dall’analisi per classi di età si registrano diminuzioni, in particolare, nelle fasce 25-39 anni (da 167 a 138) e 45-64 anni (da 542 a 500) e aumenti, ancora, tra i 20-24enni (da 29 a 39 casi), tra i 40-44enni (da 79 a 83) e tra i 65-74enni (da 58 a 76).
Al 31 ottobre di quest’anno risultano 12 denunce di incidenti plurimi per un totale di 31 decessi, 17 dei quali con mezzo di trasporto coinvolto (stradali, ferroviari, ecc.). Nei primi 10 mesi del 2022 gli incidenti plurimi erano stati 16 per un totale di 37 decessi, tutti stradali.
In netto aumento le malattie professionali, oltre 60mila denunce in dieci mesi
Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi 10 mesi del 2023 sono state 60.462, oltre 10mila in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (+20,9%). L’incremento è del 33,2% rispetto al 2021, del 65,1% sul 2020 e del 18,4% rispetto al 2019.
I dati rilevati al 31 ottobre di ciascun anno mostrano un aumento del 21,7% nella gestione Industria e servizi (da 41.278 a 50.240 casi), del 16,4% in Agricoltura (da 8.298 a 9.658) e del 29,1% nel Conto Stato (da 437 a 564). L’incremento delle denunce interessa tutte le aree del Paese, a partire dal Sud (+27,6%), seguito da Nord-Ovest (+23,3%), Centro (+20,5%), Nord-Est (+19,8%) e Isole (+7,1%). Tra le regioni fanno eccezione la Valle d’Aosta (-16,7%) e la Calabria (-1,8%).
In ottica di genere si rilevano 7.551 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 36.919 a 44.470 (+20,5%), e 2.898 in più per le lavoratrici, da 13.094 a 15.992 (+22,1%). L’aumento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani, che sono passate da 46.251 a 55.520 (+20,0%), sia quelle dei comunitari, da 1.220 a 1.526 (+25,1%), e degli extracomunitari, da 2.542 a 3.416 (+34,4%).
Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi 10 mesi del 2023, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.
Scritto da:
Dott. Nicola De Rossi
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Categoria:
Infortuni sul LavoroCondividi
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