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Brunella Pollon, di Fossalta di Piave, è deceduta il 14 aprile per un’embolia polmonare: era reduce da una frattura al braccio, ma non le erano stati prescritti i farmaci anticoagulanti

Riscontrando l’esposto presentato dal marito e dai figli, che si sono rivolti a Studio3A, il Pubblico Ministero della Procura di Venezia, dott.ssa Antonia Sartori, ha aperto un procedimento penale, per ora contro ignoti, per il reato di omicidio colposo in ambito sanitario per la morte di una settantenne di Fossalta di Piave, Brunella Pollon, deceduta lo scorso 14 aprile all’ospedale di San Donà di Piave. Il Sostituto procuratore ha altresì disposto l’autopsia per accertare le cause del decesso ed eventuali responsabilità dei medici che l’hanno avuta in cura: l’incarico è stato conferito nel pomeriggio di ieri, venerdì 21 aprile 2023, negli uffici della Procura lagunare, al medico legale dott. Claudio Terranova, che procederà con l’esame lunedì 24 aprile alle 9.

La donna, che non soffriva di alcuna patologia, il 4 marzo è caduta rovinosamente a terra dalla sua bicicletta: è stata quindi trasportata all’ospedale di San Donà dove, dopo i vari accertamenti, le è stata riscontrata la frattura scomposta dell’omero sinistro. L’indomani alla paziente è stato ingessato il braccio e le è stata prescritta una terapia analgesica in caso di dolori e il 10 marzo è stata ricoverata nel reparto di Ortopedia dello stesso nosocomio sandonatese per sottoporla al necessario intervento di osteosintesi per ridurre la frattura, con l’applicazione di placca e viti. Operazione perfettamente riuscita. La signora Pollon è stata dimessa il 14 marzo in buone condizioni e nei giorni seguenti ha effettuato tutte le visite e i controlli previsti: il 17 marzo le è stata pulita la ferita, dieci giorni dopo le sono state rimosse le graffette. La donna, in verità, lamentava non poche algie al braccio operato, ma, come da indicazioni dei dottori, ha continuato ad assumere gli antidolorifici che le erano stati prescritti inizialmente.

Verso la fine di marzo, tuttavia, la signora accusava disturbi sempre più marcati, mancanza di appetito, di equilibrio e anche difficoltà respiratorie, unite al pallore, alla costante sensazione di freddo e anche ad alcuni momenti di confusione e scarsa lucidità. I suoi cari hanno pertanto richiesto e ottenuto una visita a domicilio da parte dal suo medico di famiglia, il quale però avrebbe riscontrato che i parametri vitali erano a norma. La situazione tuttavia non è migliorata, anzi, ha continuato a peggiorare, al punto che il marito della vittima ha fissato alcune visite specialistiche neurologiche per capire l’origine dei disturbi della moglie. Che però, purtroppo, non ha fatto a tempo ad arrivarci. La sera del 13 aprile, infatti, la settantenne ha cominciato a lamentare problemi di respirazione sempre più forti, al punto che durante la notte, mentre il marito la accompagnava al bagno, si è accasciata e ha perso i sensi.

Immediato l’allarme al 118, è accorsa a casa della signora l’ambulanza del Suem di San Donà di Piave e i sanitari l’hanno subito condotta al Pronto Soccorso, ma nonostante tutti i tentativi di rianimazione non sono riusciti a salvarla e non è rimasto loro che costatarne il decesso, alle 2.45 del 14 aprile, dovuto ad un’embolia polmonare. I medici, appreso della recente frattura e del conseguente intervento chirurgico a cui la vittima era stata sottoposta, hanno chiesto ai familiari se alla donna fosse stata regolarmente prescritta la terapia antitrombolitica raccomandata in questi casi, ma il marito ha riferito loro di come la moglie avesse assunto unicamente antidolorifici e di come non le fosse mai stato dato altro da prendere. Di qui il dubbio che il decesso di Brunella Pollon possa essere stato dovuto alla mancata prescrizione e assunzione di farmaci anticoagulanti.

I suoi congiunti, quindi, per fare piena luce sui tragici fatti, attraverso il responsabile della sede di San Donà di Piave, Riccardo Vizzi, si sono rivolti a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e hanno presentato una denuncia querela presso la stazione dei carabinieri di San Donà chiedendo all’autorità giudiziaria di disporre tutti gli opportuni accertamenti per chiarire le cause del decesso ed eventuali profili di responsabilità da parte dei medici che hanno curato la paziente. Richiesta come detto accolta dalla dott.ssa Sartori, con l’apertura di un fascicolo e i primi provvedimenti: il magistrato ha acquisito e posto sotto sequestro tutta la documentazione clinica e ora ha anche disposto l’esame autoptico che sarà fondamentale per dare risposte alla famiglia della vittima: alle operazioni peritali parteciperà come consulente tecnico per la parte offesa messo a disposizione da Studio3A anche il medico legale dott. Arcangelo Di Nino.

Caso seguito da:

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Dott. Riccardo Vizzi

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Categoria:

Malasanità

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