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La parte offesa nell’udienza odierna in tribunale a Padova ha chiesto anche la citazione della società, il giudice ha rinviato al 5 maggio: la vittima, di Mirano, aveva solo 21 anni, l’incidente è occorso esattamente due anni fa sulla Nuova Strada del Santo, a Cadoneghe

Dovranno attendere altri tre mesi i familiari di Giordano Sanginiti per il formale avvio del processo a carico dei due funzionari di Veneto Strade accusati di aver causato la morte, a soli 21 anni, del compianto giovane di Mirano (Ve) e studente di Medicina all’Università di Padova, vittima due anni fa, il 4 febbraio 2023, di una tragica caduta in moto dovuta a una buca sulla dissestata Nuova Strada del Santo nel territorio di Cadoneghe (Pd): nell’udienza preliminare tenutasi oggi, lunedì 10 febbraio 2025, in tribunale a Padova, il giudice dott.ssa Domenica Gambardella ha ammesso la costituzione di parte civile ma ha rinviato al 5 maggio in attesa di pronunciarsi sulla richiesta della parte offesa anche di citazione del responsabile civile, Veneto Strade appunto, proprietario della strada.

Anche alla luce dei risultati dell’incidente probatorio – dunque, non una consulenza tecnica di parte dell’accusa ma una perizia “terza” e imparziale – affidato dal Gip di Padova Maria Luisa Materia al perito industriale Gianfranco Pellizzaro, che ha confermato quanto i congiunti del ragazzo e gli esperti di Studio3A, che li assiste, avevano rilevato e denunciato fin da subito, al termine delle indagini preliminari il Pubblico Ministero della Procura patavina titolare del relativo procedimento penale, il dott. Andrea Girlando, dopo averli iscritti nel registro degli indagati, ha anche chiesto il rinvio a giudizio per gli ingegneri A. B., 39 anni, di Zelarino (Ve), responsabile della manutenzione delle strade Regionali e Statali per le province di Padova e Vicenza, e I. Z., 62 anni, di San Donà di Piave (Ve), dirigente responsabile dell’area Manutenzione, entrambi impiegati presso la direzione di Mestre di Veneto Strade.

Il Sostituto Procuratore imputata loro il reato di omicidio stradale in concorso per “negligenza, imprudenza e imperizia nonché per violazione delle norme sulla circolazione stradale” per citare l’atto del magistrato. Più specificamente, “omettevano di provvedere alla corretta e regolare manutenzione della strada regionale 308 denominata “Nuova Strada del Santo” nel territorio extraurbano compreso nel comune di Cadoneghe, ove il fondo stradale si presentava in cattivo stato e con pavimentazione irregolare, con presenza di plurime deformazioni costituite da crepe, buche ed avvallamenti e, in particolare, e tra l’altro, nel tratto ricompreso tra le progressive ettometriche 5+407 e 5+500, direzione di marcia Padova-Castelfranco Veneto”. Inoltre, prosegue la richiesta di processo, “omettevano di provvedere alla corretta apposizione e manutenzione della segnaletica stradale relativa al pericolo in quanto il cartello “pericolo strada dissestata” era posizionato in corrispondenza della progressiva ettometrica 5+400 proprio in prossimità dell’inizio del tratto stradale in cattivo stato e con pavimentazione irregolare, quindi senza che fosse garantito lo spazio minimo di avvistamento del segnale medesimo rispetto al pericolo, che deve essere pari a 150 metri per quel tratto di strada”.

Omissioni gravi e fatali perché, conclude il dott. Girlando, “Sanginiti, una volta giunto all’altezza della progressiva ettometrica 5+400 e aver iniziato a percorrere il tratto stradale in cattivo stato e con pavimentazione irregolare, all’incirca alla progressiva ettometrica 5+455-460, a causa della presenza di plurime irregolarità del fondo, e nello specifico di due buche, la prima della profondità di circa 50 mm (larga 10-12 cm in senso trasversale rispetto all’asse stradale e lunga 42 cm), e la seconda collocata circa 1,7 metri dopo la prima, della profondità di circa 30-35 mm, perdeva il controllo del proprio mezzo o comunque, per evitare tali irregolarità, deviava bruscamente la propria traiettoria verso il margine sinistro della strada, venendo così disarcionato dalla moto, andando a urtare contro il guardrail dell’opposta corsia di marcia e decedendo a causa dell’impatto”.  Per inciso, il consulente tecnico ha anche accertato come la condotta di guida del giovane fosse stata impeccabile, precisando che “il motociclista indossava il casco, che si è sfilato all’urto contro il guardrail ed è stato rinvenuto con la fibbia allacciata”, e soprattutto che “la velocità del motociclo era di circa 95 chilometri all’ora”, a fronte del limite vigente di 90 km/h, “praticamente rientrante nella tolleranza di 5 km/h prevista”: dunque, non è imputabile alcuna colpa nel suo terribile destino, nemmeno una corresponsabilità, al ventunenne, i cui familiari fin da subito hanno puntato il dito sul dissesto di quel tratto della Nuova Strada del Santo e per fare piena luce sui fatti e sulle responsabilità e ottenere giustizia, attraverso il General Manager dott. Riccardo Vizzi, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, con la collaborazione dell’avv. Davide Ferraretto del foro di Padova, e hanno presentato un esposto alla magistratura all’origine del procedimento penale.

Si è così giunti all’udienza preliminare odierna nella quale il difensore sei due imputati ha preannunciato che non richiederà riti alternativi per i propri assistiti, mentre l’avvocato Ferraretto si è costituito parte civile per i congiunti del giovane, presenti in aula i genitori e un fratello: costituzione ammessa, così come quella della Associazione Familiari Vittime della Strada. Ferraretto tuttavia ha richiesto anche la citazione del responsabile civile, Veneto Strade, su cui il giudice si è riservato di decidere (lo farà nei prossimi giorni), e ha quindi rinviato l’udienza preliminare al prossimo 5 maggio 2025 per dare modo alla società, in caso di accogliento, di costituirsi.

Caso seguito da:

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Dott. Riccardo Vizzi

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale

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