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Dopo una dura battaglia di Studio3A, la compagnia Verti, che non voleva pagare per il… freno a mano, ha liquidato tutto il danno: la vicenda raccontata nella nota trasmissione di Canale 5
Dopo una dura battaglia lunga quattro anni da parte di Studio3A, la compagnia Verti ha finalmente e integralmente risarcito i familiari di Leonard Muca, il 23enne di origine albanese, ma residente da anni a Treviso con la famiglia, deceduto in seguito a un tragico incidente successo l’8 novembre 2015 sulle strade della Marca. La vicenda è stata al centro di un emblematico caso di mala assicurazione denunciato a più riprese anche sui media dalla società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, al punto da essere preso a cuore anche da Moreno Morello. L’inviato di Striscia la Notizia, con tutto il tatto dovuto alla circostanza drammatica, ha realizzato un servizio per la sua rubrica di denuncia “Ti assicuro che non pago”, andato in onda nella puntata di venerdì 29 novembre 2019 della nota trasmissione di Canale 5, con un’intervista al Presidente di Studio3A-Valore S.p.A., dott. Ermes Trovò.
Nella fattispecie, veniva messo in discussione uno dei principi cardine del sistema risarcitorio, ossia la tutela massima sempre dovuta e garantita dalla legge al terzo trasportato. La giovane vittima, infatti, era l’incolpevole passeggero di una Ford C Max condotta dal connazionale Rigert Ismailaj, oggi 24 anni, di Trevignano, il quale, percorrendo via don Minzoni a Contea, dopo un sorpasso azzardato a velocità sostenuta ha perso il controllo della sua auto schiantandosi contro un albero proprio all’altezza della fiancata sinistra posteriore dove si trovava seduto Leonard: un impatto tremendo che non gli ha lasciato scampo, il ragazzo è morto dopo quattro giorni di agonia, il 12 novembre 2015.
I familiari, distrutti dal dolore, per ottenere giustizia e un equo risarcimento, tramite l’Area manager e responsabile della sede di Treviso, Diego Tiso, si sono affidati a Studio 3A, che li ha assistiti fin dal primo momento in collaborazione con l’avvocato del Foro di Treviso Andrea Piccoli. Doveva essere una prassi automatica, e invece la compagnia di assicurazione della vettura, Direct Line, oggi Verti, ha opposto un secco rifiuto, aggrappandosi a un aspetto particolare della dinamica e invocando il “caso fortuito” per non pagare.
Secondo la ricostruzione del consulente tecnico incaricato dal Pubblico Ministero della Procura trevigiana titolare del fascicolo per omicidio colposo, la dott.ssa Barbara Sabattini, sulla perdita di controllo della macchina poteva aver influito anche l’intervento sul freno a mano che sarebbe stato azionato da Gentian Muca, oggi 24 anni, pure lui di nazionalità albanese residente a Montebelluna, il passeggero trasportato anteriormente. Gesto che però non è mai stato chiaro e provato fino in fondo se e quando sia avvenuto (l’autore sostiene di averlo effettuato ad auto già ferma, il conducente nelle sue dichiarazioni più recenti afferma addirittura di non ricordare più se sia stato compiuto o meno), ma che comunque, anche se fosse accaduto durante il sorpasso, sarebbe chiaramente “istintivo, in conseguenza del pericolo imminente percepito”, come riconosce lo stesso magistrato. Tutti infatti, perito compreso, hanno concordato che le responsabilità della tragedia fossero da ascrivere essenzialmente al sorpasso azzardato compiuto dal guidatore e dal repentino rientro nella sua carreggiata per evitare un veicolo che sopraggiungeva in senso opposto. Tant’è che Ismailaj, con sentenza del 28 febbraio 2018, è stato condannato in primo grado dal giudice del Tribunale di Treviso, dott. Angelo Mascolo, a un anno e sei mesi, con la condizionale, e a 4 anni di sospensione della patente.
Ma neanche questo è bastato a Verti per cambiare atteggiamento, e stavolta il pretesto è stato che nel frattempo il Pm, a fronte di un possibile concorso di responsabilità per questo presunto azionamento del freno di stazionamento nella perdita di controllo dell’auto, ha ritenuto di chiedere e ha ottenuto il rinvio a giudizio anche per l’altro passeggero, Gentian Muca. Nonostante l’evidenza e i tentativi di Studio3A di arrivare a una soluzione stragiudiziale, facendo presenti i diritti dei familiari della vittima e la pretestuosità di tale posizione, la compagnia ha continuato a denegare ogni risarcimento, costringendo così i congiunti di Leonard ad avviare anche una dolorosa azione civile, citando in causa la compagnia davanti al tribunale civile di Treviso.
La posizione di Verti è leggermente mutata solo dopo che la rinnovata perizia cinematica realizzata nell’ambito del procedimento civile ha di fatto confermato quanto già emerso in sede penale, e che cioè sì, era plausibile che il freno a mano fosse stato tirato, ma che comunque le cause e le responsabilità di gran lunga prevalenti del sinistro erano da attribuirsi alla scriteriata condotta di guida del conducente. Il pressing di Studio3A, e anche quello di Moreno Morello, hanno fatto il resto. Prima la compagnia ha tentato di proporre un risarcimento nella misura del 50 per cento, sulla base di un improponibile concorso di colpa, e poi, cosa degli ultimi giorni, ha finalmente convenuto di fare la cosa giusta con una proposta integrale al 100 per cento, per una cifra nell’ordine del milione di euro sulla base delle tabelle milanesi. Sono così stati pienamente ed equamente risarciti i genitori, i fratelli anche i nonni del giovane. Non basterà per restituire loro Leonard, ma almeno è stata fatta giustizia anche sul fronte civile.
Caso seguito da:
Diego Tiso
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Categoria:
Incidenti da Circolazione StradaleCondividi
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Nessun anticipo spese, pagamento solo a risarcimento avvenuto.
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