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L’Amministrazione dopo l’incidente ha ripristinato la barriera sporgente a un incrocio ammettendo il pericolo, ma non intende risarcire i danni, 5mila euro, all’automobilista
Ormai finirà inevitabilmente in tribunale la vicenda del guardrail “killer”: il Comune di Santa Maria di Sala non solo non risarcisce l’automobilista che ha avuto la fiancata dall’auto “rifatta” dalla barriera di acciaio sporgente a un incrocio, ma non risponde neppure all’invito di partecipare alla “negoziazione assistita”, estremo tentativo di risolvere in via stragiudiziale il contenzioso.
Vittima dell’ennesimo caso di mala assicurazione un oggi trentasettenne di Mira il quale, il 9 settembre 2021, stava percorrendo via Rivale, nel territorio comunale salese, tra le frazioni di Caltana e Caselle, alla guida della sua Alfa Romeo Giulietta quando, giunto all’incrocio con via Caltana, vi si è immesso girando a destra, ma è qui che la fiancata destra della sua macchina ha “intercettato”, con effetti devastanti, la lama acuminata del guardrail danneggiato e accartocciato verso la strada, ma che non era in alcun modo visibile all’uscita di via Rivale. Sulla barriera, già divelta chissà da quanto, in seguito a un precedente incidente, era stato collocato un nastro evidenziatore bianco e rosso per segnalare il rischio, peccato che il tempo trascorso, le intemperie e il vento lo avessero totalmente scolorito e spostato all’interno, verso il canale, rendendolo di fatto inutile. In assenza di specifica segnaletica di banchina non percorribile e di cartelli di avviso visibili che segnalassero la presenza della sporgenza acuminata del guardrail, il danneggiato si è trovato nell’oggettiva impossibilità di notare prima ed evitare poi l’ostacolo. Senza contare il fatto che non si sarebbe potuto comunque “allargare” oltre prendendo la curva più larga, avrebbe finito per scontrarsi con le auto ferme al semaforo in via Caltana, che, com’è noto a quanti la utilizzano abitualmente, è molto stretta.
L’automobilista ha subito segnalato il fatto alla polizia locale di Santa Maria di Sala: gli agenti, intervenuti in sopralluogo, hanno constatato e verbalizzato come in effetti il guardrail “sporgesse rispetto alla sua normale posizione invadendo di alcuni centimetri la carreggiata di via Caltana” e come “non fosse stato ripristinato”, appurando anche come “tale ostacolo” fosse del tutto “compatibile con i danni riportati dall’autovettura”. E infatti, subito dopo il sinistro, indiretta ammissione di responsabilità, il Comune ha fatto “martellare” e riparare alla bell’e meglio quella barriera pericolosamente sporgente, a conferma del pericolo che rappresentava e che non sarebbe potuta rimanere ancora in tali condizioni.
Il trentasettenne, dopo la “botta” del preventivo prospettatogli dal carrozziere per riparare il danno alla macchina, di ben 4.462,98 euro, per farsi assistere ed essere equamente risarcito, attraverso il responsabile della sede di Dolo, Riccardo Vizzi, si è rivolto a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha acquisito tutta la documentazione, compresa quella fotografica, e presentato una circostanziata e dettagliata richiesta danni al Comune, chiaramente responsabile del sinistro per omessa custodia e manutenzione di quella barriera. Ma la compagnia assicurativa dell’Ente per la responsabilità civile verso terzi, Itas Mutua, che gestisce al pratica, ha incredibilmente risposto picche, sostenendo che lo stato dei luoghi non avrebbe manifestato “situazioni insidiose invisibili, imprevedibili e inevitabili”, e non schiodandosi più da tale posizione nonostante le fondate argomentazioni addotte dagli esperti di Studio3A.
Il quale, come estremo tentativo di composizione della controversia, ha allora invitato il Comune ad aderire alla negoziazione assistita, peraltro condizione necessaria di procedibilità per la causa civile, ma neanche a questo invito in più di due mesi l’Amministrazione comunale ha dato alcun riscontro, anche per dire semplicemente di “no”, passando la “patata” prima al suo intermediario assicurativo e poi alla sua assicurazione, laddove invece l’unico “legittimato passivo” a poter eventualmente partecipare a questa procedura è il responsabile civile, che è appunto il Comune. Un atteggiamento di cui il giudice dell’ormai inevitabile causa non potrà non tenere conto, negativamente.
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Caso seguito da:
Dott. Riccardo Vizzi
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