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La battaglia che dura da oltre un anno di Manfredi Simon e del padre, con Studio3A, per far valere il proprio diritto all’autonomia: per l’assicurazione solo colpa sua, nessun indennizzo

Quella strada era (in foto) ed è manifestamente un “colabrodo”, anche i residenti ne sanno più di qualcosa, tant’è che dopo l’incidente l’Amministrazione comunale, responsabile per omessa custodia, si è affrettata, al solito troppo tardi, a sistemare svariate transenne e cartelli per segnalare il pericolo (in foto), ma non risolvendo i problemi del manto stradale. Eppure, a più di un anno dal fatto, il giovane che ha sfasciato il suo veicolo a causa di quel grave dissesto non ha ottenuto un euro di risarcimento, anzi, si è visto respingere ogni richiesta: per l’assicurazione del Comune è solo colpa sua. Un diniego tanto più grave perché il ragazzo in questione è un disabile e ad andare danneggiata è stata proprio la costosa pedana che gli consente di salire sul suo mezzo.

Protagonista dell’amara vicenda Manfredi Simon, un ventiduenne di Udine colpito dalla nascita da disparesi spastica agli arti inferiori che lo costringe in sedia a rotelle, ma anche un ragazzo pieno di vitalità e di voglia di condurre un’esistenza normale che si è dedicato con successo allo sport: è un atleta e campione paralimpico di hockey in carrozzina e giocava con la gloriosa squadra dei Black Lions Venezia.

Il 23 novembre 2023 Manfredi stava guidando il suo furgone Mercedes Viano attrezzato con apposita pedana che gli consentiva di salire e di scendere dal mezzo, ed era in compagnia di due amici, quando, mentre percorreva via Albona, sempre a Udine, all’altezza del civico 101, per evitare di scontrarsi con un veicolo che sopraggiungeva dalla direzione opposta e procedeva molto vicino al centro strada, si è spostato più sull’estrema destra della carreggiata ma così facendo è incappato contro la radice di uno dei tanti alberi che hanno trasformato quella via in una sorta di montagne russe, tanti sono gli avvallamenti, allora neppure segnalati, lungo quel percorso di guerra. Il malcapitato si è subito fermato per verificare i danni e purtroppo è stato constatato che la pedana era fuori uso, irrimediabilmente compromessa: nei giorni successivi la ditta che l’ha installata sul furgone e collaudata confermerà che non si poteva ripararla, bisognava cambiare l’intero pezzo, una “botta” da ventimila euro, una spesa onerosa.

Essendo evidente che il sinistro è stato determinato dalla mancata manutenzione della sede stradale da parte dell’Amministrazione comunale di Udine, che infatti, messa al corrente dell’accaduto dal giovane, è subito corsa a piazzare in loco cavalletti e cartelli, anche luminosi, di pericolo, Manfredi e il padre Carmine hanno quindi chiesto al Comune di poter essere risarciti, fornendo tutta la documentazione richiesta, tra cui le testimonianze degli altri due ragazzi trasportati nel veicolo e il preventivo di spesa per la pedana, e confidando in una soluzione bonaria e positiva della vertenza. E invece no. La compagnia di assicurazione per la responsabilità civile verso terzi del Comune di Udine, Reale Mutua, ha rigettato ogni richiesta non ravvisando alcuna colpa in capo al proprio assicurato e sostenendo, in buona sostanza, che, essendo successo l’incidente di giorno ed essendoci la segnaletica di pericolo – circostanza, quest’ultima, erroneamente desunta da Google Maps, i cartelli come detto sono stati installati solo dopo -, Simon avrebbe dovuto scorgere l’insidia rappresentata dagli avvallamenti: insomma l’accaduto sarebbe dipeso solo da lui.

Il ragazzo e il papà, attraverso l’Area manager per il Friuli Venezia Giulia e responsabile della sede di Udine Armando Zamparo, per essere assistiti e ottenere un po’ di giustizia si sono quindi rivoli a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, ma a tutt’oggi, a più di un anno dal fatto, zero riscontri, nessun cambio di rotta da parte della compagnia assicurativa e del Comune. E l’amarezza è tanta. “Mio figlio era autonomo, prima poteva viaggiare in modo indipendente, adesso sul mezzo devo caricarlo e farlo scendere io, con grande fatica, essendo alto più di un metro e ottanta. Si parla tanto di inclusione, di abbattimento delle barriere architettoniche, dei diritti delle persone diversamente abili, e poi un Comune, che peraltro è stato classificato come il migliore d’Italia quanto a qualità della vita nel 2023 secondo l’indagine del Sole 24 Ore, Udine, non dà risposte a un suo giovane cittadino che con tanta tenacia era riuscito a raggiungere la sua autonomia, che adesso ha perduto – commenta amaro il padreUna delusione ancora più grande, poi, se si considera che l’assessore alla Viabilità (Ivano Marchiol, ndr), che aveva dichiarato in un’intervista apparsa sulla stampa locale che avrebbe rivisto il fascicolo, è anche lui in sedia a rotelle e conosce bene i problemi che devono affrontare ogni giorno i disabili. Ma non demorderemo e la nostra battaglia con Studio3A andrà avanti fino in fondo”.

Caso seguito da:

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Armando Zamparo

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Responsabilità della Pubblica Amministrazione

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