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Il Gup di Alessandria ha rinviato a giudizio i due imputati per il tragico e assurdo incidente sul lavoro costato la vita, a soli 54 anni, al camionista di Novi Ligure, il 4 dicembre 2018
Il “collega” che lo ha travolto e schiacciato tra due camion, ma anche il direttore generale della nota catena di ipermercati dovranno rispondere della tragica e assurda morte, a soli 54 anni, di Aniello Cirillo, il camionista di Novi Ligure (Al) rimasto vittima dell’ennesimo incidente mortale sul lavoro, il 4 dicembre 2018 a Tortona (Al), nel piazzale del deposito dell’In’s. All’esito dell’udienza preliminare di ieri, venerdì 19 maggio 2023, il Gup del Tribunale di Alessandria, dott. Paolo Bargero, ha rinviato a giudizio per il reato di omicidio colposo in concorso, con l’aggravante di essere stato commesso in violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro, I. T., 61 anni, di Alluvioni Piovera (Al), il camionista che ha materialmente investito la vittima, ed M. F., 59 anni, padovano, direttore generale e operativo e datore di lavoro delegato dell’In’s Mercato. Il dott. Bargero ha quindi fissato per il 14 novembre 2023, alle ore 9, avanti il giudice dott.ssa Martina Tosetti, la prima udienza del processo, dal quale i familiari della vittima, assistiti da Studio3A-Valore S.p.A., si aspettano finalmente un po’ di giustizia: i due imputati non hanno chiesto riti alternativi preferendo affrontare il dibattimento.
Quel mattino, poco dopo le 10.30, I. T., “non utilizzando correttamente la sua trattrice con semirimorchio”, e compiendo una “manovra contraria al senso di marcia, imposto dalla segnaletica verticale e orizzontale” nel piazzale esterno del deposito In’s Lotto B, in prossimità dei punti di scarico numero 71-72, “non si avvedeva della presenza nella zona laterale posteriore di Cirillo, intento ad aprire il portellone del proprio camion, e lo schiacciava tra il proprio automezzo e quello della vittima parcheggiato a fianco” per citare la richiesta di rinvio a giudizio formulata suo carico, a conclusione delle indagini preliminari, dal Pubblico Ministero della Procura di Alessandria titolare del relativo procedimento penale, il dott. Enrico Cieri. Una grave infrazione, quella di procedere contro mano, e una disattenzione fatali, che tuttavia, per il Pm, si sarebbero potute evitare se in quel piazzale fossero state rispettate tutte le norme antinfortunistiche. Il Sostituto Procuratore, infatti, aveva indagato e infine chiesto il processo anche per altri quattro soggetti, ossia l’amministratrice unica della società di trasporti per la quale lavorava il camionista investitore, il presidente e la vice presidente dell’azienda per la quale era invece impiegata la vittima e il dg dell’In’s Mercato spa.
Il Gup ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere per i tre datori di lavoro degli autotrasportatori, ritenendoli evidentemente non responsabili dell’accaduto, ma ha accolto la richiesta del magistrato inquirente nei confronti di M. F., in qualità non solo di direttore e datore di lavoro della catena di ipermercati ma anche di committente di servizi di approvvigionamento e trasporto con le ditte dei due camionisti. Il dott. Cieri gli imputa “colpa generica consistita in imprudenza, negligenza ed imperizia e colpa specifica consistita nella violazione delle regole del testo unico sulla salute e la sicurezza sul lavoro”. In particolare, “di non aver non aver indicato nel Documento Unico di Valutazione dei Rischi Interferenziali, il Duvri, l’aggiornamento del senso di marcia indicato in planimetria rispetto a quello realmente in essere”, e di “non aver previsto in tale documento sufficienti misure di coordinamento rivolte al personale di ditte diverse operanti in qualità di appaltatori-vettori nel piazzale esterno di sua pertinenza, volte a contrastare il rischio di incidenti, impatti tra automezzi, investimenti, urti, schiacciamenti: misure finalizzate a una migliore gestione delle interferenze uomo/mezzo e del traffico veicolare pesante negli spazi esterni, compresa la (mancata) individuazione di una “zona sicura” da utilizzare per l’apertura dei portelloni dei semirimorchi” sempre per citare la richiesta di rinvio a giudizio, ora accolta. Oltre a “non aver provveduto ad adempiere adeguatamente agli obblighi di cooperazione e coordinamento previsti dal Testo Unico, posto che la gestione dell’attività di cosiddetto “scarico vuoti” presso le baie di scarico non era in alcun modo regolamentata e veniva lasciata all’autonomia degli autisti delle diverse ditte di autotrasporti”.
I congiunti di Aniello Cirillo, che ha lasciato in primis due figli, per essere seguiti, tramite l’Area Manager Piemonte dott. Giancarlo Bertolone, si sono affidati a Studio 3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha già ottenuto da tempo per i propri assisiti un integrale risarcimento dalla compagnia di assicurazione del Tir “investitore”, ma dopo un’attesa di ormai quasi cinque anni si aspettano una risposta anche dalla giustizia penale.
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