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L’incarico sarà conferito lunedì, con esame a seguire: dopo le operazioni peritali arriverà il nulla osta per la sepoltura. Indagato per omicidio stradale il conducente dell’autocarro

Come annunciato, il Pubblico Ministero della Procura di Venezia titolare del relativo procedimento penale, il dott. Andrea Petroni, ha disposto l’autopsia sulla salma di Carlo Diral (in foto), per confermare che il decesso del settantunenne di Musile di Piave, spirato venerdì 20 settembre, all’ospedale di Comunità di Jesolo, sia stato dovuto alle conseguenze del grave incidente in cui l’incolpevole pensionato era rimasto coinvolto con la sua inseparabile bicicletta più di tre mesi prima, il 13 giugno 2024, nella stessa Musile.

Il Sostituto Procuratore, che ora ha trasformato da lesioni personali stradali gravissime a omicidio stradale il reato contestato all’indagato, il camionista che ha investito il ciclista, P. V., 47 anni, di Vigodarzere (Pd), conferirà l’incarico lunedì 30 settembre 2024, alle 8.30, presso gli uffici giudiziari di piazzale Roma, al medico legale dott.ssa Alessia Viero, che procederà a seguire con l’esame all’ospedale dell’Angelo. Alle operazioni peritali prenderà parte anche il dott. Rafi El Mazloum quale medico legale per la parte offesa messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui, attraverso il General Manager e responsabile della sede di San Donà di Piave, dott. Riccardo Vizzi, si sono affidati per essere assistiti, fare piena luce sui tragici fatti e ottenere giustizia i familiari della vittima: Diral, fabbro in pensione, e che non era sposato e non aveva figli, ha lasciato in un dolore immenso la sorella e il nipote con cui conviveva da quasi mezzo secolo.

Il sinistro è accaduto, come detto, il 13 giugno, alle 11.10, a Musile in via Cascinelle, all’altezza dell’incrocio con via Stati Uniti d’America, e non sussiste dubbio alcuno sulle responsabilità del camionista, anche perché alcune telecamere posizionate nel luogo hanno ripreso tutto. Diral stava pedalando a bordo strada in sella alla sua bici con direzione via Millepertiche (Statale 14) – via Triestina, quand’è stato violentemente urtato e scaraventato a terra dal cassone (con la fiancata laterale destra) di un autocarro Daf FA che viaggiava nello stesso senso di marcia e il cui conducente, superando il velocipede, anche a causa della velocità troppo elevata e del poco spazio, per non scontrarsi con un’auto che sopraggiungeva del verso opposto, ha “stretto” troppo sulla destra. Il magistrato inquirente, anche sulla scorta del rapporto dei carabinieri della compagnia di San Donà di Piave, che hanno effettuato i rilievi, gli contesta “colpa consistita nella violazione di norme regolanti la circolazione stradale”, in particolare “per aver proceduto ad una velocità superiore a quella consentita (80 km/h in luogo dei 60 prescritti)” e per aver superato la bicicletta “senza tenere la debita distanza da essa, andandovi quindi ad impattare lateralmente e provocando la caduta del ciclista e le gravi lesioni conseguitene dalle quali derivava il decesso”.

A causa della violenta caduta sull’asfalto, infatti, Diral ha riportato gravissimi politraumi, tra cui uno pneumotorace sinistro, fratture multiple craniche e facciali, costali, del bacino, a scapola e clavicola, nonché lesioni renali. Il pensionato, rimasto a lungo in prognosi riservata, è stato ricoverato a più riprese nel reparto di Terapia intensiva dell’Angelo e in quello di Rianimazione dell’ospedale di San Donà di Piave; di qui è stato quindi trasferito in Medicina e infine all’ospedale di Comunità di Jesolo per tentare la riabilitazione: un lungo calvario ospedaliero dal quale non è più uscito, non è mai tornato a casa. Pur essendo vigile, infatti, il settantunenne non si è di fatto mai ripreso e negli ultimi giorni della sua esistenza è andato incontro ad un autentico crollo clinico causato dalle conseguenze dello pneumotorace e della lunga intubazione cui è stato sottoposto, una situazione di cui era peraltro perfettamente consapevole, una lucida agonia. Fino al tragico epilogo.

Una volta ultimate le operazioni autoptiche, l’autorità giudiziaria darà il nulla osta e i suoi cari potranno fissare la data dei funerali.

Caso seguito da:

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Dott. Riccardo Vizzi

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale

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