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Gli esperti, dalla disamina della salma della vittima, Thomas Achille Mastrandrea, dovranno stabilire la “balistica” dei colpi di fucile esplosi da Giovanni Vezzoli
Delitto di Gambolò al vaglio del Ris di Parma. Saranno gli esperti del noto reparto di investigazioni scientifiche dell’Arma dei carabinieri, attraverso l’esame sulla salma della vittima in programma la prossima settimana, a completare la ricostruzione del crimine che il 5 giugno scorso ha sconvolto tutto il Pavese: com’è tristemente noto, un pensionato di 85 anni, Giovanni Vezzoli, nella sua casa di Gambolò, ha freddato con due colpi di fucile (regolarmente detenuto) esplosi da distanza ravvicinata, si parla di pochi metri, circa 7, il figlio della sua badante, Thomas Achille Mastrandrea (IN FOTO), di appena 42 anni, di Nicorvo. Il quale, oltre alla madre, Graziella Maria Casnici, 59 anni, anche lei con residenza a Nicorvo, ha lasciato in un dolore senza fine la moglie Giusy, 46 anni, peraltro seriamente malata, e due figli avuti da un precedente matrimonio.
L’inchiesta condotta dal Pubblico Ministero della Procura di Pavia, dott.ssa Diletta Balduzzi, attraverso i vari interrogatori, in primis proprio quello di Graziella Casnici che ha vissuto “in diretta” il dramma del figlio, l’acquisizione di tutte le testimonianze utili e la perizia autoptica, affidata nell’immediatezza al medico legale dott.ssa Federica Collini, ha già stabilito degli indiscutibili punti fermi e un solido quadro probatorio a carico dell’imputato, a cui si imputa il reato di omicidio con l’aggravante della premeditazione e che dal giorno del misfatto si trova in stato di arresto presso la casa circondariale di Pavia.
Quella domenica, nel pomeriggio, Mastrandrea e Vezzoli avevano avuto un’accesa discussione con “oggetto” appunto la signora Casnici, che prestava da tempo il proprio servizio per pochi euro al giorno, in nero, in quell’abitazione di campagna in via Cascina Nuova Litta come badante, prendendosi cura soprattutto della figlia disabile dell’anziano: il figlio pretendeva che il “datore di lavoro” della madre rispettasse le promesse e gli impegni assunti e la mettesse finalmente in regola contrattualmente. Le indagini, tuttavia, hanno chiarito che l’alterco si era già “esaurito” nel momento in cui è stato perpetrato l’assassinio: Mastrandrea infatti, dopo quel duro confronto, aveva accompagnato la madre nella camera della casa che le era stata assegnata dal proprietario e l’aveva aiutata a raccogliere le sue cose e fare le valigie per andarsene. I due stavano lasciando l’immobile. E’ stato allora che l’ottantacinquenne ha improvvisamente imbracciato l’arma e fatto fuoco contro la sua vittima, che si era “attardato” per qualche istante prima di uscire in attesa della madre che si era scordata in stanza le sigarette ed era tornata a riprenderle. Una dinamica a fronte della quale sarà molto difficile per l’assassino e i suoi difensori continuare a sostenere la tesi della “legittima difesa”.
Il Sostituto Procuratore, tuttavia, ha ritenuto di procedere ad ulteriori e ancora più approfonditi accertamenti tecnici irripetibili delegati al Ris di Parma e che si svolgeranno a partire da giovedì 28 luglio 2022, dalle 9, presso i laboratori parmensi dell’unità investigativa scientifica principe dei carabinieri. I cui periti, dalla disamina delle lesività sul corpo della vittima e dalla presenza dei residui di polvere da sparo, avranno il compito di stabilire con certezza i fondamentali aspetti “balistici” del cruento omicidio, con particolare riferimento alla posizione e all’esatta distanza da cui Vezzoli ha sparato al povero Mastrandrea.
Un ulteriore scrupolo da parte dell’autorità giudiziaria per fare piena luce sui terribili fatti, e quindi giustizia, accolto con favore dalla moglie e dalla mamma della vittima le quali, per essere seguite e assistite, attraverso il consulente legale dott. Andrea Raimondi, si sono affidate a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, unitamente all’avv. penalista del Foro di Milano Laura Bastia. Con l’auspicio, tuttavia, che, una volta ultimati gli accertamenti, la Procura di Pavia “liberi” la salma del loro caro e dia il nulla osta per potergli quanto meno dare, dopo quasi due mesi dal misfatto, una degna sepoltura.
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