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Vittima della brutta caduta una mamma di San Donà di Piave che stava accompagnando i figli a scuola: svariati testimoni non sono bastati, zero risarcimento. Presentata querela
Si frattura entrambe la braccia portando a scuola la figlioletta a causa di una rovinosa caduta, davanti a decine di testimoni, sul marciapiede dissestato, che infatti (dopo) è stato subito “rabberciato”, ma per il Comune e la sua compagnia di assicurazione è solo colpa sua. Così la malcapitata è stata pure costretta a presentare querela, con conseguente apertura di un procedimento penale nei confronti dell’Amministrazione.
Vittima del brutto episodio, il 28 ottobre 2021, alle 8.10, di fronte al plesso delle elementari “Forte 48”, una 43enne di San Donà di Piave, che stava accompagnando a scuola i due figli come decine e decine di altri genitori, quel giorno, peraltro, ancora più numerosi del solito perché l’istituto organizzava un evento aperto alle famiglie. Lasciato il bambino più grandicello all’entrata in via Saretta, la signora ha percorso il marciapiede lungo via Carrozzani, al civico 29, per raggiungere l’altro ingresso, quello dell’anfiteatro, dove doveva entrare la figlioletta più piccola, 7 anni: accessi diversificati dalla preside per ragioni di Covid, come in quasi tutte le scuole. Ma a causa della mancanza di una mattonella sul marciapiede, di 20 cm per 10, un’insidia poco visibile anche per il fitto via vai di genitori, la donna ha infilato il piede nel foro, si è “piantata” con la punta della calzatura, una normale scarpa da ginnastica, è inciampata ed è caduta in avanti, rovinando a terra. Istintivamente, per proteggersi il volto, ha prosteso in avanti le braccia impattando al suolo con mani e ginocchia, ma così si è procurata la pesante frattura di entrambi i capitelli radiali.
La quarantatreenne, vistosamente dolorante, è stata soccorsa e aiutata a rialzarsi da diverse altre mamme subito accorse dopo aver assistito alla scena. Stringendo i denti, ha tranquillizzato la figlia, che era scoppiata a piangere, l’ha portata a scuola e poi è stata aiutata da un’altra mamma a salire in auto per tornare a casa: non riusciva neppure ad allacciarsi la cintura. Sperava che il dolore passasse, che si trattasse di botte, ma con l’andare dei minuti le algie sono diventate sempre più insopportabili e alle 10 non le è rimasto che farsi accompagnare al Pronto Soccorso dell’ospedale cittadino dove, dopo aver sottoposto la paziente alle radiografie, i medici hanno pronunciato l’amaro verdetto: frattura bilaterale del capitello radiale di entrambi i gomiti, destro e sinistro.
La donna ha dovuto tenere entrambe le braccia al collo per 40 giorni, quindi alle successive visite ortopediche di controllo nel nosocomio, il 21 dicembre e 25 gennaio, le hanno dato ulteriori complessivi 80 giorni di prognosi prescrivendole riposo assoluto, cicli di fisioterapia, e terapia antalgica. Un calvario, senza contare che le due braccia non torneranno più come prima: le residuerà un’importante invalidità permanente. Per essere risarcita di tutti i gravi danni fisici, morali e patrimoniali, ha speso una fortuna in sedute fisioterapiche, la danneggiata, attraverso il responsabile della sede di San Donà Riccardo Vizzi, si è affidata a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini, che già a novembre ha chiesto le coperture assicurative e i danni al Comune, allegando certificati medici e svariate dichiarazioni di testimoni che confermavano la versione dei fatti, come la pericolosità di quel marciapiede, ammessa indirettamente, peraltro, dalla stessa Amministrazione, che nei giorni seguenti l’ha fatto sistemare alla bell’e meglio, ricoprendo quella e altre buche con asfalto a freddo.
Tuttavia, nonostante sia lampante l’omessa custodia e manutenzione da parte dell’Ente, la compagnia di assicurazione per la responsabilità civile verso terzi del Comune di San Donà, che gestisce la pratica per e con gli uffici comunali, ha denegato ogni responsabilità del proprio assicurato, obiettando che l’infortunio si era verificato in un luogo “perfettamente conosciuto” dalla danneggiata, come se la donna, che abita da tutt’altra parte della città, a quasi tre chilometri di distanza, potesse conoscere palmo a palmo quel marciapiede, e che era successo di giorno, come se la luce bastasse a scorgere una piccola buca tra una selva di gambe.
La quarantatreenne è stata quindi costretta, per cautelarsi, a presentare anche formale querela presso i carabinieri di San Donà di Piave, con la conseguente apertura di un procedimento penale per lesioni personali colpose gravi in capo al Comune considerato che la prognosi supera abbondantemente i 40 giorni. Ma neanche ciò è bastato per venire incontro alla propria cittadina e definire in via stragiudiziale il danno, la compagnia nonostante le ripetute contro-deduzioni mosse da Studio3A, non si è mai schiodata dalla posizione iniziale, disconoscendo anche l’evidenza, e a questo punto per la malcapitata, dopo tutto ciò che ha passato, si profila la concreta possibilità di dover anche intentare una causa civile. Non un bel servizio alla popolazione quello reso dalla Città di San Donà, che anziché tutelare i cittadini (e l’Ente stesso), la polizza Rct serve proprio a questo, li costringe anche a sobbarcarsi lunghe e costose azioni legali che spesso scoraggiano i più dal procedere per far valere i propri diritti, ma del resto finché la scelta del partner assicurativo si basa solo sulla convenienza del premio annuo da corrispondere piuttosto che sulle garanzie, a “pagare” saranno sempre i danneggiati.
Caso seguito da:
Dott. Riccardo Vizzi
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