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Si tratta del legale rappresentante di Rg Impianti, la ditta di Salzano dove il 46enne di Dolo era impiegato. A oltre due mesi dalla tragedia i familiari aspettano risposte
Cosa sia successo esattamente il 29 novembre 2021 nel piano interrato del palazzo del Turismo di Jesolo non è ancora dato di sapere, ma ora almeno c’è un punto fermo nel procedimento penale per l’ennesima, tragica morte bianca, quella di Fabio Da Prat. Il Pubblico Ministero della Procura di Venezia, dott. Christian Del Turco, titolare del fascicolo, indaga per l’ipotesi di reato di omicidio colposo il datore di lavoro del quarantaseienne operaio specializzato che risiedeva a Sambruson di Dolo: si tratta di A. S., 45 anni, legale rappresentante della RG Impiani di Salzano, l’impresa per la quale la vittima era regolarmente assunta. Per ora non figurano altre iscrizioni nel registro degli indagati.
Com’è tristemente noto, il lavoratore è stato colpito in pieno da una delle bombole dell’impianto antincendio della struttura che stava manutentando con un giovane collega, salvatosi miracolosamente. La Procura di Venezia, da prassi, ha aperto un procedimento penale affidato al dott. Del Turco, che peraltro non ha ritenuto necessario disporre l’autopsia sulla salma. L’indagine dovrà chiarire di chi siano le responsabilità di quanto accaduto nello stabile di piazza Brescia, che proprio nei giorni scorsi è stato dissequestrato, poco dopo le 11 del mattino del 29 novembre, quando un boato ha scosso l’edificio; perché, durante una semplice revisione periodica del sistema antincendio – operazione che la vittima, con una lunga esperienza di idraulico alle spalle, aveva effettuato chissà quante volte senza problemi -, quella bombola carica di argon e azoto collegata all’impianto, una volta disinstallata, abbia iniziato a sfiatare violentemente e, con la propulsione del gas, si sia trasformata in un “razzo” impazzito che ha investito in pieno l’operaio non lasciandogli scampo.
Un’inchiesta complessa, per la quale l’autorità giudiziaria si avvale degli accertamenti svolti dal Servizio Spisal dell’Asl 4 del Veneto Orientale e dai carabinieri di Jesolo, e che dovrà verificare se durante l’operazione finita in dramma siano state rispettate tutte le normative antinfortunistiche da parte del datore di lavoro, se la bombola fosse a norma, il che implica anche verifiche su chi l’ha fabbricata e chi l’abbia eventualmente revisionata in precedenza, o se vi siano state altre violazioni e carenze che potrebbero aver determinato l’evento.
L’anziana mamma Candida, il fratello Franco e Serena, la compagna del lavoratore – che ha lasciato anche due figli avuti dalla prima moglie, da cui era separato -, per fare piena luce sui drammatici fatti ed essere assistiti, attraverso il responsabile della sede di Dolo, Riccardo Vizzi, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e all’Avv. Andrea Piccoli, del Foro di Treviso.
Finora, con le indagini preliminari in corso, non si sono ancora potuti avere aggiornamenti, ma, tanto più di fronte al dissequestro e alla riapertura al pubblico dei locali interessati, su cui evidentemente sono stati ultimati tutti i rilievi, i familiari sono ansiosi di ricevere delle risposte che diano loro qualche spiegazione sull’accaduto, anche per poter dare corso alle attività per il risarcimento del danno. In questi giorni si è però quanto meno potuto apprendere verso quale direzione stia andando l’inchiesta, con la conferma dell’iscrizione nel registro degli indagati del titolare della Rg Impianti.
Caso seguito da:
Dott. Riccardo Vizzi
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