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Quasi trecentomila infortuni e 450 morti sul lavoro nei primi sei mesi del 2023. Il 28 agosto l’Inail ha pubblicato gli open data sul fenomeno infortunistico relativi al primo semestre dell’anno in corso ed è purtroppo il solito bollettino di guerra: i numeri per gli incidenti (quello delle vittime è rimasto quasi invariato) sono in diminuzione rispetto all’analogo periodo del 2022, ma il calo è dovuto pressoché esclusivamente al notevole minor peso dei casi di contagio da Covid-19, che lo scorso anno erano ancora molti.

Nel primo semestre 2023, 296.665 infortuni sul lavoro

Le denunce di infortunio presentate all’Istituto dal mese di gennaio al mese di giugno 2023 sono state 296.665, contro le 382.288 dei primi sei mesi del 2022 (-22,4%), in aumento rispetto alle 266.804 del 2021 (+11,2%) e alle 244.896 del 2020 (+21,1%), e in diminuzione rispetto alle 323.831 del 2019 (-8,4%).

A livello nazionale i dati rilevati al 30 giugno di ciascun anno evidenziano nel primo semestre del 2023, rispetto al medesimo periodo del 2022, un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 340.784 del 2022 ai 252.675 del 2023 (-25,9%), mentre quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un aumento del 6,0%, da 41.504 a 43.990.

 

La dinamica per settori produttivi, aree del Paese, sesso, nazionalità ed età

Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati nel primo semestre 2023 ha segnato un -27,6% nella gestione Industria e servizi (dai 313.474 casi del 2022 ai 226.964 del 2023), un -1,1% in Agricoltura (da 12.612 a 12.471) e un +1,8% nel Conto Stato (da 56.202 a 57.230). Si osservano decrementi degli infortuni in occasione di lavoro in quasi tutti i settori produttivi, in particolare la Sanità e assistenza sociale (-73,1%), l’Amministrazione pubblica, che comprende l’attività degli organismi preposti alla sanità – Asl – e gli amministratori regionali, provinciali e comunali (-63,2%), e il Trasporto e magazzinaggio (-55,2%). In controtendenza alcuni settori del comparto manifatturiero, come quelli delle bevande (+17,4%), dell’abbigliamento (+8,7%) e dei prodotti chimici (+2,2%).

L’analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente nelle Isole (-29,2%), seguite dal Sud (-28,7%), dal Nord-Ovest (-25,6%), dal Centro (-22,1%) e dal Nord-Est (-14,3%). Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano la Campania, la Liguria, il Molise e l’Abruzzo.

Il calo che emerge dal confronto tra il primo semestre del 2022 e del 2023 è legato sia alla componente femminile, che registra un -35,6% (da 165.055 a 106.305 casi denunciati), sia a quella maschile, che presenta un -12,4% (da 217.233 a 190.360). Il decremento ha interessato sia i lavoratori italiani (-25,4%) sia quelli comunitari (-18,9%) ed extracomunitari (-3,1%). Dall’analisi per classi di età emergono diminuzioni in tutte le fasce, tranne tra gli under 20 (+13,1%): l’aumento degli infortuni tra i giovanissimi è sempre più allarmante.

 

I casi mortali sono stati 450

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nei primi sei mesi di quest’anno sono state 450, solo 13 in meno rispetto alle 463 registrate nel periodo gennaio-giugno 2022, 88 in meno rispetto al 2021, 120 in meno rispetto al 2020 (anni, però, segnati come detto dalla pesante incidenza delle morti per contagio da Coronavius) e 32 in meno rispetto al 2019.

E peraltro, a livello nazionale, i dati rilevati al 30 giugno di ciascun anno evidenziano per il primo semestre 2023 rispetto al pari periodo 2022, pur nella provvisorietà dei numeri, un decremento solo dei casi mortali in itinere, scesi da 121 a 104, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro passano da 342 a 346. Il calo ha riguardato l’Agricoltura (che scende da 57 a 47 casi) e il Conto Stato (da 18 a 15), mentre nell’Industria e servizi i decessi sono stati 388 in entrambi i periodi.

Dall’analisi territoriale, poi, emerge un calo nel Nord-Est (da 109 a 101 casi), al Centro (da 101 a 92), al Sud (da 95 a 93) e nelle Isole (da 38 a 34) e invece un incremento nel Nord-Ovest (da 120 a 130). Le regioni che presentano aumenti sono la Lombardia (+11 casi mortali), il Friuli Venezia Giulia (+9), la Liguria e la Campania (+8 ciascuna), l’Abruzzo (+7), l’Umbria (+6) e il Lazio (+2), mentre i cali più evidenti sono quelli registrati in Toscana (-12), Piemonte (-7), Calabria e Puglia (-6 ciascuna).

La diminuzione rilevata nel confronto tra i primi sei mesi del 2022 e del 2023 è legata solo alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 55 a 34, mentre per quella maschile si registra un aumento, da 408 a 416. In diminuzione le denunce dei lavoratori italiani (da 378 a 371) e dei comunitari (da 25 a 15), in aumento quelle degli extracomunitari (da 60 a 64). Dall’analisi per classi di età, si registrano, anche qui, incrementi tra gli under 25 (da 22 a 31 casi), tra i 50-54enni (da 67 a 70) e tra gli over 59 (da 99 a 110), altro elemento sempre più inquietante, e invece riduzioni nella fascia 25-49 anni (da 186 a 151) e 55-59 anni (da 89 a 88).

Al 30 giugno di quest’anno risultano sei denunce di incidenti plurimi per un totale di 12 decessi, sei dei quali stradali. Nei primi sei mesi del 2022 gli incidenti plurimi erano stati otto per un totale di 18 decessi, tutti stradali.

 

In aumento le denunce di malattia professionale, oltre 38mila

Aumentano ancora, invece, le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi sei mesi del 2023, che sono state 38.042, quasi settemila in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (+22,4%). L’incremento è del 31,8% rispetto al 2021, dell’87,1% sul 2020 e del 16,8% rispetto al 2019.

I dati rilevati al 30 giugno di ciascun anno mostrano un aumento del 22,6% nella gestione Industria e servizi (da 25.507 a 31.262 casi), del 21,1% in Agricoltura (da 5.308 a 6.430) e del 29,6% nel Conto Stato (da 270 a 350). L’incremento delle denunce interessa tutte le aree del Paese, a partire dal Sud (+29,6%), seguito da Centro (+22,8%), Nord-Ovest (+21,9%), Nord-Est (+19,5%) e Isole (+9,2%).

In ottica di genere si rilevano 4.779 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 23.054 a 27.833 (+20,7%), e 2.178 in più per le lavoratrici, da 8.031 a 10.209 (+27,1%). L’aumento riguarda sia le denunce dei lavoratori italiani, passate da 28.725 a 34.978 (+21,8%), sia quelle dei comunitari, da 781 a 911 (+16,6%), e degli extracomunitari, da 1.579 a 2.153 (+36,4%).

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi sei mesi del 2023, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.

Scritto da:

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Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Infortuni sul Lavoro

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