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Attimi di panico per una coppia di Musile: chiesto il risarcimento ad Autostrade per l’Italia che ha opposto il solito diniego. Ma il “particolare” oggetto potrebbe aiutare
Prima il botto in autostrada ad almeno cento km/h contro un “pacco”, poi un “uomo” che schizza fuori dallo scatolone restando “immobile” nella carreggiata. Per una coppia di quarantanovenni di Musile di Piave (Ve) devono essere stati alcuni tra i momenti più tremendi della loro vita quelli passati la notte del 28 maggio 2022, poco dopo le 2, sull’A1, nel territorio comunale di Monterotondo.
I due coniugi, con lui alla guida, stanno viaggiando a bordo di una Fiat Freemont nel tratto da Roma Nord a Roma Sud, e si trovano in prima corsia quando, all’altezza del km 544+300, investono una grossa scatola di cartone, evidentemente “seminata” da qualche camion e impossibile da avvistare in tempo a quell’ora di notte. L’impatto è violento ma per fortuna il conducente riesce a mantenere il controllo del Suv e accosta subito in corsia di emergenza. Neanche il tempo di riaversi dallo spavento, però, che i due notano una “sagoma umana” in mezzo alla strada uscita dal contenitore: inizialmente temono per davvero di aver travolto, con il pacco, anche una persona. Dopo qualche secondo, però, cercano di guardare meglio e tirano un sospiro di sollievo: dalla scatola era uscito un manichino da esposizione.
I malcapitati, raggiunta una più sicura piazzola di sosta, hanno avvisato subito il 113 e sul posto sono presto intervenuti due agenti della Polstrada di Albano Laziale, che hanno rilevato l’incidente, recuperato “l’oggetto” e verificato i danni tutt’altro che irrilevanti provocati dall’investimento alla parte anteriore della vettura tra paraurti, parafango, parabrezza, semiassi, ecc.: nei giorni successivi i proprietari si sono rivolti a una carrozzeria di fiducia di Jesolo che ha prospettato loro un salato preventivo da quasi seimila euro.
Per essere risarciti marito e moglie, attraverso l’Area Manager Veneto e responsabile della sede di San Donà di Piave, Riccardo Vizzi, si sono quindi affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha subito chiesto i danni, producendo tutta la documentazione tra cui il verbale delle forze dell’ordine, ad Autostrade per l’Italia ente gestore dell’A1 e come tale responsabile delle sue condizioni di sicurezza per gli utenti.
Come al solito in questi casi, tuttavia, la società ha denegato ogni responsabilità adducendo il caso fortuito, sostenendo di non aver ricevuto prima del fatto alcuna segnalazione della presenza del pacco con manichino sulla strada e quindi di non aver avuto modo di intervenire prima, la consueta e discutibile posizione tenuta dai gestori autostradali a scapito di quanti – e non sono pochi -, dopo aver pagato il pedaggio, si trovano anche a dover subire pesanti conseguenze al proprio veicolo (quando va bene solo quello) per colpe altrui. Una posizione che Studio3A contesterà in ogni modo cercando di far valere le ragioni dei propri assistiti ma questa volta forse c’è una speranza in più per evitare il contenzioso rispetto a decine di episodi simili in cui i mezzi investono “oggetti anonimi”, ad esempio i “copertoni vaganti”: quella che, proprio attraverso il manichino, si possa in qualche modo risalire al “responsabile” della perdita del carico. E’ già stata fatta richiesta in tal senso alla Polstrada per verificare la presenza nell’oggetto di eventuali riferimenti utili.
Caso seguito da:
Dott. Riccardo Vizzi
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Nessun anticipo spese, pagamento solo a risarcimento avvenuto.
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