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Chiusa l’inchiesta sull’incidente fatale alla cuoca 52enne di Modena: l’imputato dovrà rispondere di omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso. I figli invocano giustizia
“Faremo di tutto perché chi l’ha investita e uccisa lasciandola agonizzante al suo destino sia rintracciato e paghi per ciò che ha commesso: non ci restituirà la mamma ma dobbiamo renderle giustizia, reati di questa gravità non possono restare impuniti, anche per evitare che possano ripetersi e distruggere altre famiglie, come la nostra”. Grazie al lavoro degli inquirenti e della Procura di Modena, sta per essere mantenuta la “promessa” fatta alla madre, nell’immediatezza della tragedia, dai figli di Gorica Dilic, la cuoca di soli 52 anni, residente a Modena, rimasta vittima nella sua città di uno dei diversi casi di investimento pirata consumatisi sulle strade del Modenese negli ultimi mesi del 2021: una escalation che ha proiettato la provincia agli “onori” delle cronache nazionali. A conclusione delle rapide ma determinate indagini preliminari, il Pubblico Ministero della Procura cittadina titolare del relativo procedimento penale, il dott. Giuseppe Di Giorgio, ha chiesto il rinvio a giudizio per il responsabile, individuato già il giorno dopo dagli agenti della polizia locale, e, riscontrando la richiesta, il giudice del Tribunale, dott.ssa Carolina Clò, ha fissato per il 12 ottobre 2022, alle 11.15, nel palazzo di Giustizia di corso Canalgrande, l’udienza preliminare del processo: si tratta di F. V., 34 anni, anche lui di Modena. L’imputato dovrà rispondere del reato di omicidio stradale con le pesanti aggravanti della fuga e dell’omissione di soccorso: gli viene peraltro contestata l’esclusiva responsabilità del sinistro. Non si potrà mai sapere, invece, se stesse anche guidando sotto l’effetto di alcool o droghe: essendosi reso irreperibile, non lo si è potuto sottoporre entro un lasso temporale di poche ore agli accertamenti sul suo stato psicofisico.
La tragedia è avvenuta poco prima dell’una di notte di domenica 14 novembre 2021 in via Vignolese, all’altezza del civico 414, in prossimità delle intersezioni con via Marzabotto e via La Spezia. La signora Gorica, di origini serbe ma trasferitasi in Italia per lavoro fin dal 1996, stava rincasando, con quella bici che usava per tutti i suoi spostamenti, dal ristorante “Stradyvari”, dove lavorava da anni ed era stimata e ben voluta da tutti: era lei al mattino che apriva il locale, e spesso staccava anche molto tardi, com’è accaduto quella “maledetta” notte tra sabato e domenica. A casa dai suoi due figli e dall’anziana mamma, però, la 52enne non c’è mai arrivata, il suo destino ha incrociato quello dell’oggi trentaquattrenne che, sopraggiungendo dalle sue spalle, nella stessa direzione di marcia verso la periferia, alla guida di un DR 6, l’ha investita in pieno nonostante lei procedesse regolarmente a bordo strada, dandosi poi alla fuga.
L’incidente è stato oggetto di un’apposita perizia cinematica che il Pm ha affidato al consulente tecnico ing. Mauro Gambino per ricostruirne la dinamica, le cause e tutte le responsabilità: alle operazioni peritali ha partecipato, come consulente tecnico di parte, anche l’ing. Mattia Strangi, messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui i congiunti della vittima si sono rivolti, attraverso la consulente legale dott.ssa Sara Donati, unitamente, per la parte penale, all’avv. Dario Eugeni del foro di Bologna.
Sulla base delle conclusioni del Ctu, il Sostituto Procuratore contesta dunque all’imputato “colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza dell’art. 141 del Codice della Strada”, in particolare per aver proceduto a una velocità (stimata dal perito in circa 60-70km/h), non solo “certamente superiore” al limite di 50 vigente il quel tratto, ma anche del tutto “non prudenziale in considerazione dell’ora notturna, delle condizioni meteo (pioveva, ndr), del centro abitato, della prossimità di due intersezioni e degli attraversamenti pedonali” prosegue il magistrato. E, ancora di più, sottolinea il dott. Di Giorgio, per aver perso il controllo del suo Suv “a causa della velocità sostenuta e dell’asfalto bagnato” nel rientrare nella propria corsia “dopo aver effettuato un’azzardata manovra di sorpasso nei confronti di un altro veicolo che lo precedeva in prossimità dell’intersezione con via Marzabotto, sbandando così verso destra e collidendo con la bicicletta condotta da Gorica Dilic che procedeva nella stessa direzione di marcia” e che, ha accertato l’ing. Gambino, “occupava la porzione destra della propria corsia di competenza, a ridosso della linea di margine”: per i figli della donna almeno la consolazione che la loro cara non ha avuto responsabilità alcuna e che la sua unica “colpa” è stata quella di trovarsi nel posto sbagliato, al momento sbagliato e con l’automobilista “sbagliato”. Neanche l’attenuante dell’oscurità è stata riconosciuta dal consulente tecnico d’ufficio al pirata, perché l’ottima illuminazione pubblica e l’ombrello rosso aperto con cui la ciclista si stava riparando “la rendevano ben visibile”.
Il resto, purtroppo, è noto: in seguito all’impatto, la cuoca è rovinata al suolo riportando gravi lesioni e politraumi, soprattutto nella regione toracica e addominale, che ne hanno causato il decesso. Non istantaneo, però, il che rende ancora più riprovevole la fuga dell’investitore: come hanno testimoniato il conducente e i trasportati dell’auto, una Volkswagen Passat, superata dall’imputato, i quali hanno visto tutta la terribile scena e si sono invece fermati a prestate soccorso, Gorica respirava ancora tanto che una passeggera ha tentato di praticarle il messaggio cardiaco prima dell’arrivo dell’ambulanza del Suem, subito allertato. E infatti a F. V. viene contestato anche l’aggravante di cui all’art 589-ter del codice penale “poiché, dopo l’urto – conclude il magistrato – si dava alla fuga senza fermarsi né prestare soccorso, proseguendo la marcia fino alla sua abitazione”.
I familiari di Gorica Dilic, attraverso Studio3A, sono già stati integralmente risarciti dalla compagnia di assicurazione dell’auto e per questo, per legge, non potranno costituirsi parte civile al processo, ma il 12 ottobre saranno comunque in aula, con l’avv. Eugeni e la dott.ssa Donati, e si aspettano una risposta dalla giustizia e una pena esemplari.
Caso seguito da:
Dott.ssa Sara Donati
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Categoria:
Incidenti da Circolazione StradaleCondividi
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