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Primi provvedimenti del Pm per fare luce sul decesso della 42enne di Ottaviano spirata l’11 febbraio all’ospedale del Mare dopo essere stata dimessa dalla Casa di Cura Trusso
La Procura di Napoli ha aperto un procedimento penale per l’ipotesi di reato di omicidio colposo sulla morte tutta da chiarire, a soli 42 anni (ne avrebbe compiuti 43 il 9 luglio) di Veronika Kvas, la donna di origini ucraine, ma residente da tempo a Ottaviano (Na), deceduta sabato 11 febbraio 2023 all’ospedale del Mare per un molto probabile infarto dopo che la notte precedente era stata dimessa dalla casa di Cura Trusso Cariomed della stessa Ottaviano, dov’era stata accompagnata dal marito per via dei forti dolori al petto che avvertiva.
Il Pubblico Ministero titolare del fascicolo, la dott.ssa Stella Castaldo, ha altresì iscritto nel registro degli indagati un medico che ha avuto in cura la vittima, A. R., 65 anni, di Pollica (Salerno), anche come atto dovuto per consentirgli di nominare eventuali consulenti tecnici di parte per gli accertamenti non ripetibili. Il magistrato, infatti, oltre ad aver posto sotto sequestro tutte le cartella cliniche, ha anche disposto l’autopsia sulla salma e ha conferito l’incarico nel primo pomeriggio di oggi, mercoledì 22 febbraio 2023, presso la Procura partenopea, a un pool di consulenti tecnici d’ufficio costituito dal medico legale dott. Gaetano Buonocore, dal cardiologo Fabio Minicucci e dall’anatomopatologo Oscar Nappi, che hanno proceduto a seguire con l’esame. I risultati delle operazioni autoptiche e peritali saranno fondamentali per dare le prime risposte al marito della quarantaduenne, Abdellatif El Quatiq, il quale, per essere assistito, per fare piena luce sui fatti e le responsabilità e ottenere giustizia si è rivolto a Studio3A-Valore S.p.A.
Com’è tristemente noto, Veronika Kvas, nella notte di venerdì 10 febbraio 2023 si è sentita male, lamentava dolori al petto e difficoltà a respirare. Il marito l’ha quindi condotta presso la vicina Casa di Cura Trusso Cardiomed dove la paziente è arrivata poco dopo le 5: la clinica, dopo la tragedia, ha fatto sapere di aver avviato un’indagine interna sull’accaduto e di essersi messa a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’accertamento della verità. Qui Veronika è stata seguita nel reparto di prima assistenza e sottoposta ad alcuni accertamenti, salvo poi essere dimessa alle 7.30 con la diagnosi di “toracoalgia con vomito” e la prescrizione di alcuni medicinali.
Una volta tornata a casa, però, situazione non è migliorata di molto, anzi, la quarantaduenne con il passare delle ore si è sentita sempre peggio, le algie al petto, alla gola e allo stomaco si sono ulteriormente accentuate e la notte di sabato 11 febbraio, mentre andava al bagno, ha anche perso i sensi. Al mattino, sentito anche un cardiologo, il marito ha quindi chiamato il 118 e la donna è stata condotta d’urgenza in ambulanza, in codice rosso, all’Ospedale del Mare, ma ormai era troppo tardi: alle 12 i medici ne hanno dovuto certificare il decesso per arresto cardiaco.
Sconvolto, il coniuge, rimasto da solo con un figlio di appena 12 anni che ha perso prematuramente la mamma, si è quindi recato presso la caserma dei carabinieri di Somma Vesuviana e ha sporto denuncia querela chiedendo all’autorità giudiziaria di accertare le cause della morte e, soprattutto, eventuali responsabilità da parte dei sanitari che hanno seguito la moglie, con particolare riferimento a quelli che l’hanno avuta in cura presso la clinica Trusso, per capire se la donna si sarebbe potuta salvare, nel caso in cui fosse stata ricoverata e sottoposta ad esami più approfonditi. E per essere supportato in questa ricerca di verità e giustizia, l’uomo, tramite il consulente legale dott. Vincenzo Carotenuto, si è rivolto a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini. L’esposto è stato subito riscontrato dalla Procura con l’apertura di un’inchiesta e, ora, con i primi provvedimenti del magistrato inquirente.
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