Il tragico incidente stradale sulla Triestina di mercoledì 10 agosto, costato la vita a due giovani di 21 e 22 anni, e con altri due coetanei finiti all’ospedale in gravissime condizioni, riapre l’annosa questione della funzionalità dei guardrail: la foto di quella Lancia Y infilzata come un pollo allo spiedo da quella lama di acciaio ha inorridito tutti, a cominciare dai familiari delle vittime, che si chiedono, disperati, perché il dispositivo di sicurezza non abbia resistito all’urto, trasformandosi anzi in una “ghigliottina”: i motociclisti ne sanno qualcosa, ma questa è un’altra problematica ancora.
Il fatto è che, in generale, sulla strade non viene effettuata la dovuta manutenzione e i guardrail, che pure dovrebbero avere una funzione nevralgica per limitare i danni alle persone, non fanno eccezione e troppo spesso sono vecchi e malandati, oppure inadeguati, per non parlare dei casi in cui mancano del tutto: tristemente emblematico, al riguardo, anche il dramma, due anni fa in provincia di Chieti, dei fratelli Timperio, precipitati in un fiume con la loro auto e morti annegati a causa della grave inadeguatezza strutturale del semplice parapetto installato in quel maledetto ponte e degli elementi di raccordo, costituiti da pezzi arrugginiti di guardrail.
L’autorità giudiziaria, che ha aperto un fascicolo per omicidio stradale, farà i suoi accertamenti per determinare le responsabilità, ma come allora, anche oggi affiorano già pesanti responsabilità in capo alla Pubblica Amministrazione proprietaria di quell’arteria, che peraltro quest’estate è stata segnata da un’autentica scia di sangue.
Scritto da:
Dott. Nicola De Rossi
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Categoria:
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