Indice
La vittima, investita da un camion mentre procedeva in bicicletta, è stato ricoverato a lungo a Mestre e San Donà e non era mai uscito dall’ospedale: probabile che il Pm disponga l’autopsia
Non è mai uscito dall’ospedale dopo il grave incidente in cui è rimasto coinvolto e venerdì si è arreso. Non ce l’ha fatta Carlo Diral (in foto), 71 anni, di Musile di Piave, ennesima vittima di un 2024 nero sulle strade del Veneziano: il pensionato, investito da un camion mentre procedeva in bicicletta, è spirato venerdì 20 settembre, all’ospedale di Comunità di Jesolo, a più di tre mesi dal fatto.
Il sinistro è accaduto il 13 giugno, alle 11.10, nella stessa Musile in via Cascinelle, all’altezza dell’incrocio con via Stati Uniti d’America, e non sussiste dubbio alcuno sulle responsabilità del camionista, anche perché alcune telecamere posizionate nel luogo hanno ripreso tutto. Diral stava pedalando a bordo strada in sella alla sua bici con direzione via Millepertiche (Statale 14) – via Triestina, quand’è stato violentemente urtato e scaraventato a terra dal cassone (con la fiancata laterale destra) di un autocarro Daf FA che viaggiava nello stesso senso di marcia e il cui conducente, P. V., 47 anni, di Vigodarzere (Pd), superando il velocipede, anche a causa della velocità troppo elevata e del poco spazio, per non scontrarsi con un’auto che sopraggiungeva del verso opposto, ha “stretto” troppo sulla destra: i carabinieri della compagnia di San Donà di Piave, che hanno effettuato i rilievi, gli hanno subito contestato le pesanti infrazioni del superamento del limite di velocità, il camion procedeva a 80 km/h contro i 60 prescritti, e per di più in corrispondenza di un incrocio, e del mancato rispetto di un’adeguata distanza laterale nel sorpasso della bici. Sta di fatto che il ciclista è rovinato sull’asfalto battendo violentemente il capo e il torace.
Le condizioni del settantunenne sono parse subito gravi, tanto da essere direttamente trasportato in ambulanza e ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale dell’Angelo di Mestre, con pesanti politraumi tra cui un serio pneumotorace e la frattura del bacino, e i medici si sono riservati la prognosi. Con la conseguente apertura da parte della Procura di Venezia di un procedimento penale per lesioni personali stradali gravissime in capo al guidatore del mezzo pesante per il tramite del Pubblico Ministero dott. Andrea Petroni, che ha anche convalidato il sequestro dei veicoli convolti effettuato già nell’immediatezza dai carabinieri di San Donà.
Diral è stato poi trasferito nel reparto di Rianimazione del nosocomio di San Donà di Piave il 16 giugno, salvo però essere riportato all’Angelo e di nuovo intubato e sedato il 10 luglio per il riaggravarsi delle sue condizioni, in particolare quelle legate allo pneumotorace, e per un quadro respiratorio altamente problematico. Tornato nella Rianimazione di San Donà il 17 luglio, il pensionato vi è rimasto fino al 29 luglio. E’ stato quindi ricoverato a lungo, fino al 30 agosto, nel reparto di Medicina e infine trasferito presso l’ospedale di comunità di Jesolo per la difficile riabilitazione: era vigile e parlava con i suoi cari, ma di fatto non si è mai ripreso e negli ultimi giorni è andato incontro ad un autentico crollo clinico causato dalle conseguenze dello pneumotorace e della lunga intubazione cui è stato sottoposto, una situazione di cui era peraltro perfettamente consapevole, una lucida agonia. Fino al tragico epilogo.
Ora il procedimento penale in capo al conducente dell’autocarro è automaticamente diventato per il reato di omicidio stradale e con ogni probabilità il Pubblico Ministero inquirente disporrà l’esame autoptico per confermare che il decesso sia stato dovuto alle conseguenze dell’incidente. In ogni caso bisognerà attendere il nulla osta dell’autorità giudiziaria per fissare la data dei funerali. Per essere assistiti e ottenere giustizia i familiari della vittima, attraverso il General Manager e responsabile della sede di San Donà di Piave, dott. Riccardo Vizzi, si sono rivolti a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che metterà a disposizione quale consulente tecnico per la parte offesa un proprio medico legale nel caso in cui il dott. Petroni ordinasse l’autopsia. Carlo Diral, che nella sua vita aveva lavorato come fabbro e che non era sposato e non aveva figli, lascia in un dolore immenso la sorella e il nipote con cui conviveva da quasi mezzo secolo. Una persona tranquilla a cui piaceva andare a funghi e fare lunghe passeggiate con la sua bicicletta: una passione che, purtroppo, gli è costata la vita.
Caso seguito da:
Dott. Riccardo Vizzi
Vedi profilo →
Scarica gli articoli
Categoria:
Incidenti da Circolazione StradaleCondividi
Affidati aStudio3A
Nessun anticipo spese, pagamento solo a risarcimento avvenuto.
Articoli correlati