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Ieri il Pm di Taranto, che indaga 12 medici del Ss. Annunziata per la morte del 19enne, ha affidato l’incarico a tre consulenti tecnici che hanno effettuato l’esame a seguire
Saranno celebrati nel pomeriggio di oggi, venerdì 30 settembre 2022, alle ore 16, nella chiesa di Corpus Domini, i funerali di Leonardo Preteso, il giovane di soli 19 anni di Taranto deceduto in circostanze tutte da chiarire giovedì 22 settembre all’ospedale Ss. Annunziata: ci sarà una folla immensa e commossa per dare l’ultimo saluto al ragazzo, che era conosciutissimo e ben voluto da tutti, e per stringersi attorno ai suoi cari.
I genitori hanno potuto fissare la cerimonia funebre nella serata di ieri una volta ottenuto il nulla osta dall’autorità giudiziaria dopo l’esecuzione dell’autopsia sulla salma disposta dal Pubblico Ministero della Procura di Taranto dott. Mariano Evangelista Buccoliero, che ha aperto un procedimento penale per omicidio colposo sul decesso del ragazzo riscontrando l’esposto presentato dai genitori, assistiti da Studio3A e dall’avv. Daniele D’Elia. Il magistrato ha iscritto nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di omicidio colposo dodici medici del Ss. Annunziata che hanno avuto in cura “Leo” nei suoi ripetuti accessi recenti all’ospedale e che operano in sette diversi reparti: Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza (il Pronto Soccorso), Neurologia, Urologia, Anestesia/Rianimazione, Chirurgia Vascolare, Cardiologia e Radiodiagnostica.
A conferma di quanto il caso sia “attenzionato” dalla Procura, nel pomeriggio di ieri, giovedì 29 settembre, il Pm ha conferito l’incarico della perizia autoptica a un pool di tre consulenti tecnici, che dovranno stabilire le esatte cause della morte e valutare le condotte dei sanitari intervenuti, per riscontrarne eventuali responsabilità: oltre al dott. prof. Antonio De Donno, medico legale, il magistrato inquirente ha incaricato anche il dott. Domenico Angiletta, chirurgo vascolare, e la dott.ssa Claudia Serpino, neurologa. All’autopsia, svoltasi nella sala settoria del Ss. Annunziata, per la famiglia del giovane era presente il dott. Aldo Di Fazio, quale medico legale di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, a cui i genitori del ragazzo si sono rivolti per fare piena luce sui fatti e ottenere giustizia attraverso l’Area manager Puglia e responsabile della sede di Taranto, Luigi Cisonna. Hanno partecipato anche altri cinque medici legali quali consulenti di parte di altrettanti indagati. Le operazioni peritali, iniziate alle 15, sono durate ben cinque ore, sono state particolarmente approfondite e hanno confermato come si tratti di un caso estremamente complesso. I consulenti tecnici avranno 60 giorni per depositare le loro conclusioni salvo proroghe.
Leonardo, che era sanissimo e non soffriva di alcuna patologia, il 30 agosto era stato accompagnato di corsa dal padre e dalla madre al Pronto Soccorso del SS. Annunziata avendo accusato, dopo essersi alzato dal letto, delle parestesie alle mani e alle braccia estese anche alla bocca e al volto: “scotomi agli occhi, tetraipostenia e difficoltà nella articolazione della parola per circa tre minuti, ipostenia brachio crurale destra per 4-5 minuti” per citare il referto del pronto soccorso. Il neurologo presso il quale il ragazzo è stato indirizzato per la visita specialistica, a fronte della regressione dei sintomi e dopo una Tac risultata negativa, ne ha però disposto le dimissioni prescrivendogli di eseguire una Risonanza Magnetica “encefalo con angio” e di tornare con l’esito un mese dopo. I genitori hanno subito prenotato, privatamente per fare il più in fretta possibile, la RM, che il ragazzo ha effettuato il 6 settembre e che ha rivelato un “difetto di flusso dell’arteria carotide come da probabile dissezione”. Con quel referto il diciannovenne in ospedale c’è tornato già il 17 settembre essendosi ripresentati i sintomi che avevano determinato il primo accesso, ma il medico del reparto di Neurologia del SS. Annunziata che lo ha seguito, anche in questa circostanza, non ha ritenuto di ricoverare il paziente per immediati e ulteriori accertamenti, ma, dopo una visita risultata ancora “negativa”, lo ha rimandato a casa prescrivendogli della cardio-aspirina e consigliando un “controllo angio Rm dei vasi del collo tra un mese”, con successiva valutazione neurologica presso l’ambulatorio delle malattie cerebrovascolari.
Ma a quella visita Leonardo non ci arriverà mai. Alle 0.30 di giovedì 22 settembre il papà è stato svegliato nel cuore della notte da un tonfo, è corso a vedere e ha trovato il figlio riverso a terra in bagno svenuto. Il ragazzo, in preda a lancinanti dolori addominali, è rinvenuto ma ha perso i sensi di nuovo mentre i sanitari del 118, immediatamente chiamati, dopo averlo sottoposto a un elettroencefalogramma, lo stavano conducendo, a braccia e non in barella, in autolettiga per trasportarlo al SS. Annunziata, dov’è giunto in codice rosso. Il ragazzo è stato ricoverato in Neurologia ma i medici inizialmente hanno rassicurato la mamma e il papà che avevano seguito il figlio all’ospedale, dicendo loro che potevano tornare a casa tranquilli. Alle 4.30 circa il papà lo ha chiamato al cellulare e il giovane era cosciente e vigile, gli ha riferito che i dolori al basso ventre, intensi, persistevano, ma che avrebbe dormito disteso sul lato opposto a quello sofferente. Poco dopo però la situazione è precipitata. La dottoressa in servizio ha chiamato a casa informando i genitori che il figlio si sentiva male e invitandoli a tornare in ospedale, e al loro arrivo li ha messi al corrente che il paziente aveva subito un primo arresto cardiaco ed era stato intubato. Lo hanno quindi condotto ad effettuare una Tac ma durante l’esame Leonardo è stato colto da un secondo arresto: la stessa dottoressa ha spiegato ai genitori che il giovane aveva in corso una grave emorragia interna addominale di cui però non si conosceva la causa. Poco dopo le 6 saranno due infermiere a comunicare loro che Leo non ce l’aveva fatta.
Caso seguito da:
Luigi Cisonna
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