Oltre 700mila infortuni e 1.200 morti: nel 2022 è strage sul lavoro

Più di settecentomila infortuni, oltre 1.200 decessi, più di sessantamila patologie professionali: sono (le solite) cifre da bollettino di guerra quelle diffuse dal commissario straordinario dell’Inail, Fabrizio D’Ascenzo (in foto), il 4 ottobre a Roma, presso l’auditorio della Direzione generale dell’istituto, nell’ambito della presentazione della Relazione annuale 2022 al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, e alle varie autorità politiche e istituzionali del Paese. Dati che purtroppo, altro aspetto allarmante, sono in continua crescita.

Nel 2022, 703.432 infortuni denunciati, +24,6% rispetto al 2021

Nel 2022 sono stati infatti denunciati all’Inail ben 703.432 infortuni sul lavoro, circa 139mila in più rispetto agli oltre 564mila del 2021 (+24,6%), un sensibile aumento dovuto in parta ai contagi professionali da Covid-19, passati dai 49mila del 2021 ai 120mila del 2022, ma anche agli infortuni “tradizionali”, che hanno fatto registrare un incremento di oltre il 13%. Gli incidenti riconosciuti sul lavoro sono stati 429.004, in aumento del 18,2% rispetto ai 363.074 dell’anno precedente. Circa il 15% è avvenuto “fuori dell’azienda”, cioè “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto” o “in itinere”, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro.

I casi mortali sono stati 1.206

Le denunce di infortunio con esito mortale, poi, sono state 1.208, con un decremento del 15,2% rispetto alle 1.425 del 2021, una contrazione che però è legata interamente ai decessi causati dal contagio da Covid-19, passati dagli oltre 230 casi del 2021 agli otto del 2022. Gli infortuni mortali accertati sul lavoro sono stati 606, in calo del 21,7% rispetto ai 774 dell’anno precedente. Quelli avvenuti “fuori dell’azienda” sono 365, pari a circa il 60% del totale (45 casi sono ancora in istruttoria). Gli incidenti plurimi, che hanno cioè causato la morte di più lavoratori, nel 2022 sono stati 19 per un totale di 46 decessi, 44 dei quali stradali.

In aumento anche le malattie professionali

I dati del 2022 indicano anche un aumento delle denunce di malattia professionale in confronto al 2021 e soprattutto rispetto al 2020, anno in cui il fenomeno risultava ridotto a causa della pandemia. Le patologie lavoro-correlate denunciate all’Istituto sono state quasi 61mila, in crescita del 9,9% rispetto alle oltre 55mila del 2021 e in calo dello 0,9% rispetto alle oltre 61mila del 2019. Al momento è stata riconosciuta la causa professionale a circa 22mila casi, mentre il 9% è ancora in istruttoria. Le denunce riguardano le malattie e non i lavoratori ammalati, che sono circa 42mila, di cui 16.500 con causa professionale riconosciuta.

Allarme per i lavoratori avanti con gli anni

Rivolgendosi al ministro Calderone, e alle altre autorità presenti, D’Ascenzo ha sottolineato che “tra i fattori che stanno incidendo sull’andamento di infortuni e malattie professionali c’è l’invecchiamento della popolazione attiva”. L’allungamento della vita lavorativa, ha spiegato il Commissario dell’Inail, “costituisce ormai un fenomeno che investe tutti i settori lavorativi e che ha aumentato l’esposizione al rischio nelle età più avanzate, a causa di uno spostamento in avanti dell’età pensionabile e di un mancato ricambio generazionale. L’incidenza degli infortuni degli over 50enni, infatti, è in preoccupante aumento ed è pari al 36,4% degli infortuni in complesso e al 50,5% dei casi mortali.

Come evidenziato dal responsabile dell’Istituto, la Sanità e assistenza sociale è il settore di attività più colpito, a causa dei numerosi contagi da Covid del 2022. Al netto delle infezioni, però, il primo posto spetta alle Costruzioni, in cui si registra anche il numero più alto di casi mortali, seguito dai trasporti e dal commercio.

D’Ascenzo ha concluso l’illustrazione di questi crudi dati, prima di passare alla presentazione delle attività dell’Istituto, riaffermando con forza la necessità “di pianificare efficaci e mirate strategie di prevenzione per abbattere l’intollerabile numero di incidenti sul lavoro e malattie professionali. È indispensabile, inoltre, insistere per consolidare ulteriormente la sinergia tra istituzioni, parti sociali, lavoratrici, lavoratori e imprese, sollecitando un confronto costante con l’obiettivo di diffondere la cultura della prevenzione per la crescita sociale ed economica del Paese”.