La strage continua, il fenomeno infortunistico, anziché ridursi come dovrebbe, continua ad aumentare. Sono sempre più da allarme rosso gli impietosi numeri diffusi dall’Inail, che il 2 aprile 2024 ha pubblicato gli open data aggiornati al mese di febbraio 2024, dunque al primo bimestre dell’anno.
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Quasi 93mila denunce di infortunio sul lavoro nel primo bimestre 2024, +7.2% sul 2023
Due mesi nei quali le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto sono state qualcosa come 92.711, in aumento del 7,2% rispetto alle 86.483 del primo bimestre 2023.
A livello nazionale i dati rilevati a febbraio di ciascun anno evidenziano per il primo bimestre 2024, rispetto all’analogo periodo del 2023, un incremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 74.916 del 2023 ai 79.917 del 2024 (+6,7%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, saliti da 11.567 a 12.794 (+10,6%).
L’incremento ha riguardato tutti i settori produttivi
Nel febbraio di quest’anno il numero delle denunce di infortuni sul lavoro ha segnato un +4,9% nella gestione Industria e servizi (dai 65.941 casi del 2023 ai 69.202 del 2024), un +6,0% in Agricoltura (da 3.579 a 3.792) e un +16,2% nel Conto Stato (da 16.963 a 19.717). Sensibili in particolare gli incrementi delle denunce di infortunio in occasione di lavoro in alcuni settori produttivi tradizionalmente più rischiosi come le Costruzioni (+21,8%), la Sanità e assistenza sociale (+16,4%), il Commercio (+11,8%), il Trasporto e magazzinaggio (+9,6%) e il comparto manifatturiero (+6,5%).
La dinamica per territori, sesso, nazionalità ed età dei lavoratori
L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce di infortunio generalizzata ma più consistente nel Nord-Ovest (+10,2%), seguito da Centro (+7,5%), Nord-Est (+5,9%), Isole (+4,8%) e Sud (+4,2%). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali si segnalano la provincia autonoma di Trento (+19,3%), la Lombardia (+11,6%), l’Umbria (+11,1%) e il Piemonte (+10,4%), mentre Abruzzo e Basilicata sono le uniche a registrare un calo (-2,2% e -1,2% rispettivamente).
L’aumento che emerge dal confronto dei primi bimestri 2023 e 2024 è legato sia alla componente femminile, che registra un +6,4% (da 31.867 a 33.902 casi denunciati), sia a quella maschile, che presenta un +7,7% (da 54.616 a 58.809). L’incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+6,6%) che quelli extracomunitari (+12,4%), mentre soltanto i comunitari hanno segnato un lieve calo dello 0,8%. Dall’analisi per classi di età, poi, emergono aumenti generalizzati in tutte le fasce, soprattutto in quella fino a 14 anni (+28,5%) per l’incremento infortunistico degli studenti. La fascia tra i 45 e i 49 anni è la sola a registrare un calo (-0,7%).
I casi mortali sono stati 119, anche questi in aumento
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nel primo bimestre 2024 sono state 119, 19 in più rispetto alle 100 registrate nel primo bimestre 2023, cinque in più rispetto al 2022, 15 in più sul 2021, 11 in più sul 2020 e due in meno sul 2019: tra le vittime vi sono anche i cinque operai che hanno perso la vita nel tragico crollo nel cantiere del supermercato della Esselunga di Firenze verificatosi il 16 febbraio (in foto).
A livello nazionale, i dati rilevati a febbraio di ciascun anno evidenziano per il primo bimestre 2024, rispetto al pari periodo 2023, pur nella provvisorietà dei numeri, un incremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 73 a 91, sia di quelli in itinere (da 27 a 28). L’aumento ha riguardato l’Industria e servizi (da 87 a 105 denunce) e l’Agricoltura (da 11 a 12), con il Conto Stato che invece ha registrato due decessi in entrambi i periodi.
Dall’analisi territoriale emergono incrementi al Sud (da 14 a 24 casi), nelle Isole (da 6 a 11), nel Nord-Ovest (da 35 a 39) e nel Nord-Est (da 22 a 24) e un calo solamente al Centro (da 23 a 21). Tra le regioni con i maggiori incrementi si segnalano la Lombardia (+8), la provincia autonoma di Bolzano e la Campania (+6 ciascuna), il Lazio (+5) e la Sicilia (+4), mentre per i cali più evidenti il Veneto (-8) e il Piemonte (-6).
L’aumento rilevato nel confronto dei bimestri gennaio-febbraio 2023 e 2024 è legato sia alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 93 a 110, sia a quella femminile, da sette a nove. Aumentano le denunce dei lavoratori italiani (da 84 a 89), degli extracomunitari (da 14 a 23) e dei comunitari (da 2 a 7). L’analisi per classi di età registra aumenti tra i 30-39enni (da 8 a 16 casi) e tra i 45-54enni (da 22 a 37) e tra i 65-74enni (da 6 a 14) e diminuzioni, in particolare, tra gli under 30 (da 15 a 8).
In crescita continua anche le denunce di malattia professionale, oltre 14mila in due mesi
E continuano ad aumentare anche le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail, che nel primo bimestre del 2024 sono state 14.099, 3.700 in più rispetto allo stesso periodo del 2023 (+35,6%). L’incremento è del 74,5% rispetto al 2022, dell’80,7% sul 2021, del 33,7% sul 2020 e del 41,9% sul 2019.
I dati rilevati a febbraio di ciascun anno mostrano incrementi nelle gestioni Industria e servizi (+36,0%, da 8.611 a 11.712 casi), Agricoltura (+33,3%, da 1.695 a 2.259) e Conto Stato (+37,6%, da 93 a 128). L’aumento delle patologie denunciate interessa tutte le aree del Paese: Isole (+58,8%), Sud (+44,4%), Nord-Est (+31,6%), Centro (+31,2%) e Nord-Ovest (+16,1%).
In ottica di genere si rilevano 3.029 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 7.544 a 10.573 (+40,2%), e 671 in più per le lavoratrici, da 2.855 a 3.526 (+23,5%). L’incremento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani (passate da 9.563 a 12.905, pari a un +34,9%) sia quelle dei comunitari, da 243 a 381 (+56,8%), e degli extracomunitari, da 593 a 813 (+37,1%).
Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nel primo bimestre del 2024, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.
Scritto da:
Dott. Nicola De Rossi
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Categoria:
Infortuni sul LavoroCondividi
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