Chi siamo
Nata nel 1999 ASD la società viene creata da Primo Fior, grande appassionato di basket: prima di quello “in piedi” – ha conseguito il patentino di allenatore a 13 anni e giocato fino alla prima divisione -, per poi avvicinarsi, 17 anni fa, a quello in carrozzina.
La società si propone di promuovere e avvicinare al basket in carrozzina il più alto numero possibile di persone con disabilità, “dando loro la possibilità di praticare a livello agonistico questo sport”. E ai vertici nazionali: il sodalizio, riconosciuto dal Coni e affiliato alla Federazione Italiana Pallacanestro in Carrozzina, è una delle realtà storiche nel panorama nazionale e internazionale e vanta nel suo palmares vari successi tra cui una Coppa Europea Willy Brinkmann, una Coppa Italia e una Super Coppa Italiana. Hanno vestito questa gloriosa maglia cestisti che poi si sono affermati e sono diventati anche “azzurri”: attualmente, la rosa vede tre atleti nella nazionale under 22 (Mattia Scandolaro, Pedro Lessa e Amine Gamri), una nella nazionale maggiore femminile (Melissa Rado) e due in quella maggiore maschile (Enrico Foffano e Nicola Favretto).
Millennium Basket
Un’attenzione rivolta non solo agli adulti, perché il Millennium, oltre alla prima squadra che milita in serie B, composta da una quindicina di cestisti (uomini e donne), dal 2006 ha anche una squadra giovanile, le Iene, che disputa il suo campionato nazionale: entrambi gli schieramenti giocano al palazzo dello sport di Piombino Dese.
“I “senior” sono perlopiù persone rimaste paraplegiche dopo un incidente stradale o sul lavoro, i ragazzi invece, di età compresa tra i dieci e vent’anni, sono così dalla nascita; abbiamo molti casi di spina bifida, ma anche altre patologie”.
Ma al di là dei risultati sportivi, il Millennium svolge un’insostituibile funzione sociale. La pratica sportiva è ritenuta uno dei migliori mezzi riabilitativi per contrastare efficacemente gli effetti negativi di una vita sedentaria, considerata ineluttabile conseguenza dell’handicap. L’esercizio fisico costante e di elevata intensità migliora la muscolatura residua non interessata dalla lesione e la capacità cardio-respiratoria, aumentando anche il grado di autonomia dell’individuo nella normale vita di relazione. Non solo. “Facendo sport a questi livelli, stando assieme ai compagni e aiutandosi a vicenda, questi uomini e donne si rendono conto che possono fare le stesse cose di prima, come guidare l’auto, sposarsi, avere una famiglia: cose che, appena subito l’incidente, parevano impossibili. E lo stesso vale per i ragazzi, che crescono nella loro autonomia e un domani non avranno (o avranno molto meno) bisogno del sostegno dei familiari” sottolinea il Presidente.