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Nell’incidente del marzo 2023 morirono Barbara Brotto, 17 anni, in aula c’era la mamma per chiedere giustizia, ed Eralda Spahillari, 19, e un terzo ragazzo è rimasto macroleso

Patteggiamento, si parla di tre anni, e rito abbreviato ma “senza condizioni”: queste le due diverse scelte processuali assunte nell’udienza preliminare di oggi, giovedì 5 dicembre 2024, in Tribunale a Treviso, avanti il giudice Piera De Stefani, rispettivamente da Mikele Tatani e Gezim Qerosi, i due giovani accusati di aver causato, in concorso, il terribile incidente stradale successo nella notte del 4 marzo 2023 in via Sant’Antonino, a Gorgo al Monticano, nel Trevigiano, e in seguito al quale hanno perso la vita le incolpevoli Barbara Brotto, di Rustignè di Oderzo, di soli 17 anni (in foto), ed Eralda Spahillari, di 19, di Ponte Di Piave, e un altro ragazzo, Daniel Castelli, all’epoca diciottenne, di Motta di Livenza, è rimasto gravemente ferito riportando lesioni pesantissime e permanenti.

La dinamica del tremendo sinistro è stata accertata dalla perizia cinematica affidata all’ingegner Riccardo Bonaventura direttamente dal Gip Carlo Isidoro Colombo con le modalità dell’incidente probatorio su richiesta del Pubblico Ministero della Procura trevigiana dott.ssa Gabriela Cama titolare del procedimento penale per l’ennesima strage di giovani sulle strade della Marca, per il reato di omicidio stradale aggravato dall’essere stato commesso ai danni di più persone, e arrecando anche traumi gravissimi a un’ulteriore vittima, e dalla violazione di fondamentali norme del Codice della strada (eccesso di velocità oltre i 50 km/h e sorpasso vietato).

A Tatani, oggi 21 anni, di origini albanesi, residente a Pravisdomini, nel Pordenonese, fidanzato di Eralda, il conducente della potente Bmw 420 Grand Coupè dove le due vittime e Castelli erano trasportati, schiantatasi contro un platano, si imputa di avere perso il controllo della vettura nel corso di un sorpasso che non avrebbe potuto compiere, in un tratto a linea continua, e a una velocità stimata in almeno 120 km/h, contro il limite di 50, ma per evitare, peraltro invano (le due vetture si sono urtate) l’impatto con la Polo, con altri ragazzi a bordo, guidata dall’amico e connazionale Qerosi, 20 anni, di Annone Veneto (Ve), che lo precedeva e a cui si ascrive la colpa di aver a sua volta intrapreso la manovra di superamento di una terza auto, vietata, mentre era in atto anche quella di Tatani: come si ricorderà, peraltro, Qerosi si era allontanato dal luogo del sinistro e solo in un secondo tempo era stato chiarito il ruolo avuto anche dalla sua Polo nella tragedia.

Al termine delle indagini preliminari, dunque, il magistrato inquirente, che li aveva iscritti nel registro degli indagati, ritenendoli corresponsabili ha anche chiesto il rinvio a giudizio per entrambi e si è così giunti all’udienza odierna nel corso della quale, attraverso il proprio legale, Tatani ha chiesto di patteggiare, la proposta dovrebbe orientarsi su una pena finale di tre anni. Gli avvocati di Perosi, invece, hanno richiesto il rito abbreviato condizionato all’esame di un proprio perito che ha redatto una consulenza tecnica dinamica di parte alternativa, ma la dott.ssa De Stefani non ha accolto la domanda, ritenendo più che esaustiva la perizia realizzata in sede di incidente probatorio. Il processo è stato quindi rinviato al prossimo 13 marzo 2025, udienza in cui il giudice si esprimerà sulle istanze dei due imputati, patteggiamento e abbreviato ma solo “secco”.

In aula era presente anche la mamma di Barbara, la signora Gabriella Stoccato, con una maglietta con l’immagine della figlia per invocare giustizia: la donna, attraverso il General manager Riccardo Vizzi, è assistita da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e dall’avv. Andrea Piccoli, del foro di Treviso, che ha presentato anche una memoria in cui si chiede che vengano valutate e perseguite con una condanna congrua all’estrema gravità dei fatti tutte le responsabilità e si prende atto di come la madre della ragazza, dopo quasi due anni, non sia stata ancora integralmente risarcita dalla compagnia di assicurazione, Allianz, del veicolo di cui era passeggera, a dispetto della tutela massima e indipendente dalle responsabilità dei conducenti coinvolti che viene riconosciuta ai terzi trasportati.

Caso seguito da:

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Dott. Riccardo Vizzi

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Incidenti da Circolazione Stradale

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