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Nell’incidente del marzo 2023 morirono Barbara Brotto, 17 anni, in aula c’era la mamma per chiedere giustizia, ed Eralda Spahillari, 19, e un terzo ragazzo è rimasto macroleso

Troppo pochi tre anni per le gravissime e tragiche violazioni commesse costate due giovani vite. Si è svolta quest’oggi, giovedì 13 marzo 2025, in Tribunale a Treviso la prosecuzione decisiva dell’udienza preliminare del processo a carico di Mikele Tatani e Gezim Qerosi, i due giovani accusati di aver causato, in concorso, il terribile incidente stradale della notte del 4 marzo 2023 in via Sant’Antonino, a Gorgo al Monticano, nel Trevigiano, in seguito al quale hanno perso la vita le incolpevoli Barbara Brotto, di Rustignè di Oderzo, di soli 17 anni (in foto), ed Eralda Spahillari, di 19, di Ponte Di Piave, e un altro ragazzo, Daniel Castelli, all’epoca diciottenne, di Motta di Livenza, è rimasto gravemente ferito riportando lesioni pesanti e permanenti. Più precisamente, i due automobilisti, entrambi di origini albanesi, dovevano rispondere de reato di omicidio stradale aggravato dall’essere stato commesso ai danni di più persone, e arrecando anche traumi gravissimi a un’ulteriore vittima, e dalla violazione di fondamentali norme del Codice della Strada (eccesso di velocità oltre i 50 km/h e sorpasso vietato).

Nella precedente udienza del 5 dicembre 2024 i due imputati, tramite i rispettivi legali, avevano adottato scelte processuali diverse chiedendo Qerosi il rito abbreviato, Tatani il patteggiamento, e oggi il Gip, Piera De Stefani, doveva esprimersi sulle loro istanze e pronunciare le rispettive sentenze. E non ha fatto sconti. All’esito della camera di consiglio il giudice, a fronte di una richiesta di condanna a tre anni da parte del Pubblico Ministero della Procura trevigiana dott.ssa Gabriela Cama, titolare del procedimento penale per l’ennesima strage di giovani sulle strade della Marca, ritenendoli non adeguati alle sue gravi responsabilità, ha inflitto a Qerosi la pena di quattro anni e otto mesi di reclusione, ben oltre il termine entro cui vengono ammessi la sospensione condizionale e l’affidamento ai servizi sociali, comminandogli pure la sanzione accessoria della revoca della patente di guida: il suo legale ne aveva chiesto l’assoluzione (!). Analogamente, la dott.ssa De Stefani ha ritenuto di entità troppo esigua il patteggiamento, sempre a tre anni di reclusione, proposto da Tatani, rinviandolo avanti ad altro Gip, il dott. Gianluigi Zulian, nell’udienza del 15 aprile, per la riformulazione della proposta o, nel caso intenda affrontarlo, per il processo.

Anche sulla scorta dalla perizia cinematica sul tremendo sinistro affidata all’ing. Riccardo Bonaventura direttamente dal Gip Carlo Isidoro Colombo con le modalità dell’incidente probatorio, su richiesta del Pm dott.ssa Cama, a Tatani, 21 anni, di origini albanesi, residente a Pravisdomini, nel Pordenonese, fidanzato di Eralda, il conducente della potente Bmw 420 Grand Coupè dove le due vittime e Castelli erano trasportati, schiantatasi contro un platano, è stato imputato di avere perso il controllo della vettura nel corso di un sorpasso che non avrebbe potuto compiere, in un tratto a linea continua, e a una velocità stimata in almeno 120 km/h, contro il limite di 50, ma per evitare, peraltro invano (le due vetture si sono urtate) l’impatto con la Polo, con altri ragazzi a bordo, guidata dall’amico e connazionale Qerosi, 20 anni, di Annone Veneto (Venezia), che lo precedeva e a cui si ascrive la colpa di aver a sua volta intrapreso la manovra di superamento di una terza auto, vietata, mentre era in atto anche quella di Tatani: peraltro, Qerosi si era allontanato dal luogo del sinistro e solo in un secondo tempo era stato chiarito il ruolo avuto anche dalla sua Polo nella tragedia.

Al termine delle indagini preliminari il magistrato inquirente, che li aveva iscritti fin da subito nel registro degli indagati, ritenendoli corresponsabili, ha anche chiesto il rinvio a giudizio per entrambi e si è così giunti all’udienza odierna che a visto la prima condanna. In aula era presente anche la mamma di Barbara, la signora Gabriella Stoccato, che ha seguito tutte le udienze con una maglietta con l’immagine della figlia per invocare giustizia: la donna, attraverso il General manager Riccardo Vizzi, è stata assistita da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, attraverso cui è già stata integralmente risarcita, e dall’avv. Andrea Piccoli, del foro di Treviso, che aveva presentato anche una memoria in cui si chiedeva che fossero valutate e perseguite con una condanna congrua all’estrema gravità dei fatti tutte le responsabilità. Appello che ha sortito effetto e la mamma della vittima, per quanto consapevole che nessuna condanna sarebbe mai stata in grado di ripagare la sua tremenda perdita, ha commentato con favore le decisioni del giudice di rigettare i tre anni inasprendo le pene.

Caso seguito da:

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Dott. Riccardo Vizzi

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale

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