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L’amarezza della mamma di Edoardo Bernardi alle risposte in consiglio comunale del sindaco di San Stino: nessun intervento risolutivo all’orizzonte da Città Metropolitana

Alcuni cartelli di pericolo e qualche rattoppo non possono bastare”. E’ rimasta profondamente amareggiata dalle risposte fornite in consiglio comunale dal sindaco di San Stino di Livenza, Gianluca De Stefani, Maria Celeprin, la mamma di Edoardo Bernardi, il giovane sanstinese di soli 19 anni che ha perso la vita a causa di un tragico incidente occorso il 18 febbraio 2024 lungo la Provinciale 59, all’altezza del km 10, nel territorio comunale della stessa San Stino: il ragazzo, che procedeva in direzione Carole, ha perso il controllo della sua moto finendo contro uno degli alberi che costeggiano la strada, con conseguenze fatali. Ma a determinare la fuoriuscita ha contribuito pesantemente lo stato pietoso e di dissesto di quell’arteria su cui, per l’appunto, nella seduta consiliare del 25 luglio scorso la minoranza ha chiesto lumi, sollecitando un intervento di messa in sicurezza e riasfaltatura organico e complessivo, opportunità a cui peraltro la stessa Città Metropolitana, Ente gestore della strada, pareva avere aperto dopo l’ennesimo, drammatico sinistro. Ma il primo cittadino, in buona sostanza, ha chiarito che per l’Ente provinciale sono più che sufficienti per rendere sicura la circolazione i cartelli che segnalano i tratti dissestati e le parziali e superficiali riasfaltature effettuate negli ultimi mesi, e che non sono al momento programmati né tanto meno finanziati gli auspicati lavori di rifacimento della strada che, sorgendo su un fondo di torba, va inevitabilmente incontro a continui squarci e avvallamenti dell’asfalto.

La sicurezza degli utenti della strada va posta al primo posto: i sindaci di Caorle e di San Stino devono richiedere con forza a Città Metropolitana un piano di risanamento completo e battere i pugni sul tavolo per i loro cittadini ma anche per tutti coloro che attraversano la Provinciale 59, soprattutto gli utenti deboli sulle due ruote, devono pretendere più attenzione per il proprio, il nostro territorio. Nessun’altra persona dopo Edoardo deve più perdere la vita lungo quella striscia di asfalto rabberciata, che almeno mio figlio non sia morto invano” commenta amaro la signora Celeprin, che per essere assistita nell’inchiesta relativa all’incidente e ottenere giustizia, attraverso il general Manager e responsabile della sede di San Donà di Piave, dott. Riccardo Vizzi, si è affidata a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini.

Sulla stessa linea anche la locale Associazione degli “Amici di Omar” impegnata nel campo dell’educazione e della sicurezza stradale e che ha a sua volta espresso a più riprese molte preoccupazioni sullo stato in cui versa la Provinciale 59, in particolare nel tratto tristemente noto tra i comuni di San Stino e La Salute di Livenza, con avvallamenti e dossi del manto stradale causati anche, come detto, da un dissesto idrogeologico e dalla mancanza di stabilizzazione del substrato del terreno. Per inciso, dopo l’incidente costato la vita a Edoardo, l’ennesimo lungo quel tratto di strada ai danni di centauri, anche associazioni e club motociclistici hanno presentato un esposto alla Città Metropolitana invocando un intervento risolutivo anziché continuare a “tamponare” il problema.

Città Metropolitana deve assumersi le proprie responsabilità e reperire i fondi per rifare una strada che continua a rappresentare un pericolo pubblico, soprattutto per i motociclisti” ribadisce Riccardo Vizzi, ricordando che Studio3A, oltre ai familiari di Bernardi, assiste altri due centauri caduti lungo la Sp59 a causa del dissesto stradale, uno dei quali, peraltro, nello stesso punto in cui ha perso la vita il diciannovenne e che ha riportato gravissime lesioni. “Noi da parte nostra continueremo questa battaglia di civiltà unendola a quella per Edoardo” prosegue Vizzi. Studio3A infatti, anche sulla scorta della perizia prodotta dal consulente tecnico di parte incaricato di ricostruire la dinamica e le cause del sinistro fatale al ragazzo, l’ing. Pierluigi Zamuner, proporrà opposizione contro la richiesta di archiviazione del procedimento penale per omicidio stradale contro ignoti presentata dal Pubblico Ministero della Procura di Pordenone titolare del relativo fascicolo, procedimento che non è ancora stato archiviato dal Giudice per le Indagini Preliminari, e ha anche già richiesto le coperture assicurative e i danni in sede civile a Città Metropolitana, che ha aperto il sinistro. “Non è solo una questione di responsabilità e sicurezza – conclude VizziPrima o poi l’Ente provinciale sarà condannato e chiamato a pagare fior di risarcimenti alle tante, troppe vittime di quella strada che dovrà decidersi, una volta per tutte, a rendere percorribile”.

Caso seguito da:

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Dott. Riccardo Vizzi

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale

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