Quasi 250mila cause pendenti, civili e penali, in ogni grado di giurisdizione, per la precisione 247.338: ancora un’enormità. E quasi un terzo di esse si strascinano da più di cinque anni. E’ il dato di partenza che emerge dal bollettino statistico sul contenzioso assicurativo nel comparto Rc-Auto e natanti per il periodo 2010-2016 pubblicato dall’Ivass il 9 aprile 2018.
E non inganni il confronto con il 2010, da cui risulta che le cause sono in calo del -18,3%: va infatti tenuto conto che anche gli incidenti sono diminuiti. E infatti, nonostante la diminuzione in valore assoluto, la frequenza del numero delle cause sui sinistri a riserva è in progressivo aumento, passando dal 18,2% del 2010 al 21,4% del 2016. Il numero dei sinistri riservati in causa sui sinistri denunciati nell’esercizio si attesta nel 2016 al 9,8%, praticamente uno su dieci, una percentuale molto elevata rispetto agli esercizi precedenti (6,5% in media nel periodo 2007-2009).
Scendendo nel dettaglio, al 31 dicembre 2016 il numero complessivo delle cause civili pendenti è pari a 244.914, di quelle penali 2.424. Le prime segnano un picco del 20% (48.928 cause) con riferimento ai sinistri accaduti nel 2014, in corrispondenza del termine prescrizionale (due anni) previsto per la richiesta di risarcimento.
L’importo a riserva per tutte le cause pendenti è pari a 6.849 milioni di euro, con un peso del 35% della riserva sinistri complessiva dei rami r.c. auto e natanti, mentre per quelle riferite agli anni precedenti l’incidenza è del 48%. Il riservato medio è pari a 24.717 euro per le cause civili di I grado e 45.526 euro per quelle di II e III grado. La crescita nel tempo del riservato medio per le cause fornisce evidenza dell’aumento dei costi dei sinistri, che intuitivamente influenza il processo di tariffazione.
Nel corso del 2016, il numero delle cause civili di I grado chiuse presso il Giudice di Pace e il Tribunale rappresenta, rispettivamente, il 41% e il 29% delle cause gestite; le cause di II grado chiuse costituiscono un quarto di quelle gestite. La differenza tra le cause civili promosse nel 2016, 143.845, e quelle chiuse, 156.885, evidenzia un timido saldo positivo (nel senso che sono diminuite) di 13.040 cause.
Quanto al contenzioso penale, pur se riferito ad un numero più contenuto di cause, esso presenta un importo a riserva al 31 dicembre 2016 di 535 milioni.
I tempi di chiusura delle cause, inoltre, sono particolarmente lunghi: quelle relative a sinistri avvenuti negli anni 2011 e precedenti (dunque con un’anzianità superiore a 5 anni) sono pari al 29% del contenzioso civile e al 28% per quello penale.
“Il contenzioso, che penalizza gli assicurati e i danneggiati, deriva da una significativa conflittualità nel settore dell’assicurazione obbligatoria r.c. auto per controversie concernenti: la liquidazione dei sinistri, l’attribuzione della responsabilità, la quantificazione del danno, ovvero, rifiuti da parte delle imprese a concedere l’accesso agli atti del fascicolo del sinistro trattato – spiega nel bollettino l’Istituto di Vigilanza – La eccessiva durata dei processi determina da un lato forti disagi per i danneggiati e, dall’altro, una lievitazione dei costi”. Che si ritorce di nuovo sugli assicurati perché le compagnie li ammortizzano aumentando le polizze.
Scritto da:
Dott. Nicola De Rossi
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