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La battaglia di un’automobilista noalese, e di Studio3A che la assiste, per essere risarcita: nonostante la legge sia chiara, l’Amministrazione regionale denega ogni responsabilità
Protagonista della disavventura una cinquantaduenne di Noale (Venezia), che il 9 giugno 2022, a mezzanotte e mezza circa, mentre sta percorrendo alla guida della sua Dacia Dokker via Montegrappa (tratto della Provinciale 37) a Salzano, in direzione Scorzè, per rincasare, all’intersezione con via Lorenzetti investe una lepre sbucata all’improvviso sulla strada da un campo di erba medica che si trova ai lati della carreggiata: impossibile vedere l’animale in tempo e frenare, di notte e con la pioggia battente di quelle ore, né tanto meno potersi prefigurare l’eventualità dell’attraversamento di fauna selvatica, non essendo installato in quel punto alcun cartello di preavviso.
Per fortuna l’automobilista non riporta ferite, ma il davanti della vettura risulta pesantemente danneggiato, fanali compresi: la povera lepre rimane addirittura incastrata sulla griglia anteriore del paraurti. Il carrozziere le prospetterà un preventivo di 1.337 euro per le riparazioni necessarie.
La donna, che ha recuperato e si è anche data da fare per capire come smaltire correttamente la carcassa dell’animale, e che ha provvidenzialmente documentato tutto con foto, l’indomani ha denunciato il fatto alla polizia locale dell’Unione dei Comuni del Miranese ma anche al corpo di Polizia Provinciale della Città Metropolitana, anche perché l’esemplare aveva una targhetta identificativa di riconoscimento che riportava il numero “107”. E per essere seguita nell’iter risarcitorio del singolare e complesso caso, attraverso l’Area Manager Veneto Riccardo Vizzi, si è rivolta a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini.
Dagli accertamenti compiuti dallo studio è così emerso che la lepre in questione “apparteneva al lotto rilasciato dall’Ambito Territoriale di Caccia numero 3, nel territorio di competenza, in occasione delle attività autorizzate dalla Regione Veneto”, per citare la risposta all’accesso agli atti effettuato ad hoc della Città Metropolitana. Che ha altresì chiarito come quest’ambito sia “una struttura di tipo associativo senza fini di lucro, con interesse pubblico per la rilevanza degli scopi perseguiti, che opera a fini di gestione faunistica-venatoria del territorio all’interno di confini fissati dal piano faunistico-venatorio regionale, sotto il controllo della Regione Veneto”.
Di qui, dunque, la circostanziata richiesta danni che è stata presentata alla Regione del Veneto con tutta la documentazione prevista e si confidava in una risposta positiva, trattandosi anche di una cifra non enorme. E invece no. La Tpa&A, la società incaricata dall’Amministrazione regionale per la gestione dei sinistri, nonostante i ripetuti solleciti, continua a denegare acriticamente qualsiasi profilo di responsabilità sull’evento a carico della Regione, sulla mera scorta di una Deliberazione della Giunta regionale in materia, la n. 1443/2017, che tuttavia è superata da fonti normative di rango superiore e dagli ultimi orientamenti giurisprudenziali di legittimità.
La legge nazionale è infatti chiara nell’attribuire alle Regioni la titolarità di tutte le funzioni e attività di programmazione, coordinamento e controllo sulla tutela e gestione della fauna selvatica, e i recenti pronunciamenti della Cassazione hanno stabilito che la legittimazione passiva degli Enti regionali sussiste anche laddove queste attribuzioni siano state delegate ad altri enti territoriali, sui quali essa può sempre rivalersi successivamente all’avvenuto risarcimento dei danneggiati, che devono chiedere i danni appunto alla Regione.
Chiaro l’obiettivo di “scoraggiare” la controparte confidando sul fatto che possa “lasciare perdere” data la modesta entità del danno ma, al di là del fatto che 1.337 euro sono sempre soldi per un normale cittadino, non fosse che per una questione di principio, l’automobilista e Studio3A sono decisi ad andare fino in fondo per far valere i propri diritti, anche per le vie legali se necessario.
Caso seguito da:
Dott. Riccardo Vizzi
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Nessun anticipo spese, pagamento solo a risarcimento avvenuto.
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