Il tragico incidente di Guidonia accaduto lo scorso week end, all’alba di domenica 5 febbraio, con quattro giovanissime vittime (in foto, l’auto coinvolta), ripropone il dramma degli incidenti delle notti del fine settimana e delle cosiddette “stragi del sabato sera”: un fenomeno che ha fatto piantare sulle strade tantissime croci con i nomi di altrettanti giovani negli anni ’90 e nella prima parte del successivo decennio, ma che poi è stato ridimensionato, grazie alle nuove e più severe norme di contrasto all’alcol e alle droghe, al moltiplicarsi dei controlli con l’etilometro (passati dai 200.000 l’anno nel 2006 a quasi due milioni nel 2014), e a tante, preziose campagne di informazione.
Solo nel 2001 nelle due notti del fine settimana si contavano 917 vittime che si sono gradualmente ridotte a forza di controlli notturni a 314 nel 2014 (Fonte Istat): va precisato, tuttavia, che in questi dati sono ricomprese tutte le tipologie di incidenti, anche quelli che niente hanno a che vedere con i giovani o con i locali della notte.
Trattandosi di un fenomeno che non ha specifiche proprie analizzate dai dati ufficiali dell’Istat, l’Asaps da diversi anni vi ha dedicato un osservatorio ad hoc nel quale a questa voce vengono inseriti gli incidenti che si verificano nelle 16 ore “maledette” comprese dalle 22 del venerdì alle 06 del sabato e altrettanto tra il sabato e la domenica e nei quali almeno uno dei conducenti abbia meno di 30 anni. Si tratta di elementi tipici e convenzionali.
Negli anni ’80 e ’90 la mortalità notturna giovanile era prerogativa prevalente, se non esclusiva, nelle regioni del nord, in particolare nella riviera romagnola o in quella veneta, nella zona del lago di Garda, sponde veronesi e bresciane e nel litorale toscano. Si pensi che nelle sole tre province romagnole di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna ogni anno si contavano anche 25/28 ragazzi morti nelle due notti del divertimento esasperato. Oggi, grazie ai controlli della Polizia Stradale e delle altre forze di polizia e alle campagne sensibilizzazione e informazione, sulle strade della Romagna si è passati (almeno per quanto riguarda questo fenomeno) negli ultimi 4- 5 anni a 5-6 giovani morti in un anno. Un calo di mortalità nei territori più sensibili che può essere in parte dovuto anche alla riduzione del cosiddetto nomadismo verso le riviere e ritorno: in questo le movide notturne cittadine, paradossalmente, possono avere aiutato a ridurre i km di guida notturna e sotto l’effetto di alcolici o sostanze stupefacenti o sotto la invincibile minaccia della stanchezza e del sonno.
Per converso, tuttavia, ora il fenomeno ha assunto connotati di rischio più elevato rispetto al passato nelle regioni del centro e del sud Italia, dove fino ai primi anni del nuovo millennio era quasi sconosciuto. E’ quanto emerge dai dati sulle stragi del sabato sera già elaborati dall’Osservatorio Asaps per il 2016, da cui comunque emerge nel complesso un quadro molto migliore rispetto agl anni ’90. Lo scorso anno l’Asaps ha registrato in quelle 16 ore drammatiche per il tasso elevatissimo della mortalità 249 incidenti gravi, nei quali hanno perso la vita 164 persone e 455 hanno riportato lesioni serie. La metà (il 49,4%) di questi sinistri delle notti del fine settimana sono avvenuti per fuoriuscita per sbandamento del veicolo da solo senza il coinvolgimento apparente di altri mezzi. Scendendo nel dettaglio territoriale, 121 incidenti con 72 morti si sono verificati al nord, 43 sinistri con 26 vittime nel centro Italia e 85 con ben 66 morti al sud, a dimostrazione della maggiore gravità degli impatti. Al primo posto come numero di vittime troviamo ancora la Lombardia con 27 morti in 19 schianti, ma a breve distanza segue la Puglia, con 24 in 18 mortali, e poi troviamo la Campania con 15 vittime: l’Emilia Romagna viene addirittura dopo, con 13 vittime, seguita dal Lazio con 11, il Veneto con 10 e il Piemonte con 9.
Secondo l’Asaps, dunque, occorre incentivare le campagne di sensibilizzazione contro l’abuso di alcool per il contenimento delle stragi del fine settimana anche al centro sud, e intervenire con urgenza per la messa in sicurezza del sistema stradale del centro e soprattutto del meridione, che sconta il minor numero di rotonde, i tanti incroci a raso, la scarsa illuminazione e una segnaletica oltre il limite della qualità minima.
Scritto da:
Dott. Nicola De Rossi
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Categoria:
Blog Incidenti da Circolazione StradaleCondividi
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