Hai bisogno di aiuto?
Skip to main content

La soddisfazione di Studio3A, che ha assistito la famiglia di origine dell’operaia schiacciata da una fustellatrice alla Bombonette, per la condanna del responsabile della sicurezza

Soddisfazione da parte di Studio3A-Valore S.p.A. per la sentenza pronunciata quest’oggi, martedì 9 luglio 2024, dal giudice del Tribunale di Modena dott.ssa Natalina Pischedda nei confronti di Jacopo Setti, 33 anni, responsabile della sicurezza della ditta Bombonette S.p.A., per la tragica morte bianca di Laila El Harim: una condanna a tre anni e sei mesi di reclusione, più la refusione di tutte le spese processuali, che sono quasi il doppio dei due anni richiesti dal Pubblico Ministero della Procura modenese titolare del relativo procedimento penale, la dott.ssa Claudia Natalini. Così come è di più del doppio di quanto richiesto dal Sostituto procuratore, 250mila euro contro 117mila, la sanzione pecuniaria inflitta all’azienda di packaging di Camposanto dove, il 3 agosto 2021, l’operaia di origine marocchina ma residente da tanti anni a Bastiglia ha perso la vita, incastrata schiacciata all’interno di una fustellatrice.

D’altra parte a Jacopo Setti e al nonno fondatore della società Fiano Setti, l’altro indagato nel frattempo deceduto, accusati di omicidio colposo in concorso con l’aggravante di essere stato commesso con la violazione delle norme antinfortunistiche, si imputavano gravi condotte: l’inchiesta aveva accertato non solo come non fosse stato minimamente considerato il rischio di contatto dei lavoratori con gli organi in movimento durante l’uso delle fustellatrici, ma anche che, per un risparmio sui tempi di lavorazione, e quindi per trarne profitto, erano stati fatti installare nel macchinario in questione, al posto della prevista protezione statica fissa, dei “pareggiatori” regolabili manualmente, che ne consentivano  l’avvio anche in presenza di un operatore al suo interno. Senza poi contare le solite lacune sul fronte della formazione, non avendo fatto seguire l’imputato alla dipendente i corsi di legge e non avendola addestrata all’utilizzo di quella macchina così pericolosa e di cui lei stessa aveva fatto presente più volte i rischi.

Questa sentenza per certi versi esemplare conferma quanto avevamo sostenuto fin dal primo momento, e cioè che la morte di Laila è stata frutto di gravi e palesi violazioni sul fronte della sicurezza sul lavoro. Questa condanna da parte del Tribunale di Modena, che è andato ben oltre le stesse richieste della Procura, non servirà purtroppo per riportarla in vita né basterà per ripagare la perdita subita dai suoi cari, ma per la giustizia italiana è una pena rilevante, con l’auspicio, anche dei suoi familiari, che possa servire da monito nella difficile battaglia per invertire la tendenza sul drammatico fenomeno degli incidenti sul lavoro” commenta la dott.ssa Sara Donati, Area Manager per l’Emilia Romagna di Studio3A, che ha seguito da vicino la famiglia d’origine della lavoratrice, i genitori. i fratelli e le sorelle, unitamente all’avv. Dario Eugeni del foro di Bologna. Famiglia che, attraverso Studio3A, a cui si è rivolta fin dall’inizio per essere assistita, era già stata integralmente risarcita ma che adesso ha ottenuto una sia pur parziale risposta anche in sede penale.

Caso seguito da:

alt-placeholder

Dott.ssa Sara Donati

Vedi profilo →

Scarica gli articoli

Categoria:

Infortuni sul Lavoro

Condividi

Affidati a
Studio3A

Nessun anticipo spese, pagamento solo a risarcimento avvenuto.

Contattaci

Articoli correlati


Skip to content